Le iniziative adottate dall’Acradu insieme agli altri gestori delle Residenze protette degli anziani e dei Centri di riabilitazione dei disabili dell’Umbria hanno sortito il loro effetto. Gli incontri che ci sono stati con i sindacati confederali, con i gruppi regionali consiliari del Pdl e del Pd, la mozione discussa nella riunione del 21 ottobre scorso del Consiglio regionale hanno contribuito a portare all’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni le problematiche della non autosufficienza, che hanno raggiunto livelli di vera e propria urgenza. Non sono riuscite, però, a smuovere dal loro immobilismo gli assessori regionali alla Sanità e al Sociale Maurizio Rosi e Damiano Stufara. Non sono servite neanche a convincere la presidente della Giunta regionale Maria Rita Lorenzetti, chiamata in causa, a intervenire per sbloccare la situazione.
Eppure le ripetute richieste di attivare il Tavolo permanente di concertazione di tutti i soggetti istituzionali e sociali sottoscrittori del Patto per il benessere degli anziani (l’ultima con lettera del 3 novembre scorso) hanno una logica. I tempi di definizione del Piano regionale integrato per la non autosufficienza (Prina) si stanno dilazionando. Il nuovo Piano regionale sanitario (scaduto il 2005) difficilmente sarà approvato entro l’anno. Peraltro il testo che già circola non contiene precisi obiettivi di programmazione sulla residenzialità per la non autosufficienza. Il nuovo Piano regionale sociale (scaduto nel 2002) probabilmente non sarà varato neanche entro questa legislatura.
Pertanto serve un Piano stralcio: i soldi che ci sono (32 milioni di euro) del Fondo regionale per la non autosufficienza (che doveva essere attivato all’inizio del 2008) vanno spesi per far fronte alle necessità.Vanno almeno attuati gli accordi sull’aggiornamento delle tariffe giornaliere per gli anziani e i disabili definiti nel marzo scorso. Va proseguito il confronto per la definizione delle tariffe differenziate per livelli di gravità della non autosufficienza. L’attuale tariffa uguale per tutti non regge più. Gli assessori e la Giunta regionale continueranno a ignorare queste richieste di buon senso (previste peraltro dal Patto per il benessere degli anziani sottoscritto il 7 novembre 2007) tese a venire incontro alle gravi difficoltà di gestione delle Residenze protette per gli anziani e dei Centri di riabilitazione dei disabili conseguenti agli incrementi generalizzati dei costi degli ultimi anni? Staremo a vedere. Gli assessori e la Giunta regionale possono sottrarsi al confronto ripetutamente sollecitato, ma non al giudizio severo nostro e dell’opinione pubblica, in particolare delle 18.000 famiglie umbre con disabili e anziani non autosufficienti.