“So che questo non si dovrebbe fare, e non lo farei mai; ma vedo che lo fanno tutti, anche a mio danno; e allora lo faccio anch’io, per forza, per non finire depredato proprio io che sono onesto”. Quante volte abbiamo sentito dire queste frasi? Quante volte le abbiamo dette noi stessi? Quando si salta la coda a uno sportello, quando ci si fa dare una spinta in un concorso, quando si aggira la legge… Il concetto è questo: poiché so che gli altri stanno per imbrogliarmi, li imbroglio io per primo.
Non voglio adesso fare il moralista, ma richiamare l’attenzione su un meccanismo psicologico diffuso, che di questi tempi si sta silenziosamente infiltrando in un settore delicato e poco conosciuto: quello delle armi per difesa privata. Da qualche anno Salvini fa una propaganda martellante alla libertà di armarsi e di difendersi con le armi, con lo slogan “la difesa è sempre legittima”. Il modello è quello americano. Ma che succede in America? Che tantissimi vanno in giro con pistole e fucili, o comunque li tengono in casa; e fatalmente va a finire che uno, con la paura che qualcuno gli spari, spara lui per primo, magari senza ragione.
Diversi episodi recenti ci dicono che cose del genere succedono anche in Italia. Ne sono vittime ladruncoli disarmati, o armati con armi finte, e anche gente innocua. Come il fatto di Ercolano, di pochi giorni fa: due ragazzi uccisi a colpi di pistola, che stavano semplicemente chiacchierando dentro una macchina sulla strada pubblica, e non insidiavano né minacciavano nessuno.
Ma la psicosi della difesa preventiva ha spinto un uomo ad affacciarsi al balcone e a sparare. È un caso estremo e penso che neppure Salvini avrà il coraggio di giustificare lo sparatore, ma lo ha avuto nel caso di un tizio che dopo aver ridotto in fin di vita un ladro, invece di chiamare il 118 è uscito di casa, lo ha messo nel bagagliaio della macchina, lo ha portato in aperta campagna e lo ha scaricato in un fosso perché morisse lì; solo per miracolo lo hanno salvato. Tentato omicidio volontario, altro che legittima difesa. Ecco le distorsioni alle quali si arriva predicando l’autodifesa e l’autoassoluzione.