In Umbria la festa dell’Unità nazionale può simbolicamente partire proprio da Assisi. Tra le tante iniziative, forse troppe, promosse per celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia, Assisi ha celebrato l’Italia e il suo patrono con una messa nella basilica inferiore di San Francesco, presieduta dal custode del Sacro Convento di Assisi, padre Giuseppe Piemontese. Al termine sono stati deposti sulla tomba del Santo dei fiori che riprendono i colori della bandiera italiana. È seguita l’esecuzione degli Inni d’Italia e del Vaticano ed il mezzogiorno è scoccato con 15 colpi a salve. Per l’occasione Assisi ed il Sacro Convento sono stati addobbati con bandiere e fiori. Oltre alle celebrazioni, il Sacro Convento di Assisi ha voluto festeggiare i 150 anni dell’Unità con la stampa di un volume dal titolo San Francesco patrono d’Italia a 150 anni dall’Unità nazionale. Ci sono interventi, tra gli altri, dei cardinali Carlo Maria Martini e Angelo Scola, di mons. Mariano Crociata, segretario generale della Cei, padre Giuseppe Piemontese, del presidente del Senato, Renato Schifani, del presidente della Camera, Gianfranco Fini, del ministro della Pubblica istruzione, Mariastella Gelmini. La forte carica di italianità impressa dai francescani del sacro Convento di Assisi assume il significato di un richiamo a chi ha parlato di “morte della patria” e a chi ha dileggiato la bandiera e la capitale e tutti i simboli della nazione, minacciando persino la secessione. In questo richiamo sembra consistere il prevalente ruolo del patrono, custode della nazione e in qualche modo simbolo religioso di essa, in quanto come è stato ripetuto egli è “il più santo degli italiani e il più italiano dei santi”. Tra i santi italiani e francescani c’è anche Bernardino da Siena che ha unificato, per così dire, l’Italia con il suo monogramma cristologico che lo storico Garin ha definito la prima bandiera italiana.