Per chi è dentro, la fine dell’anno scolastico è una sorta di liberazione. Per chi sta fuori, rappresenta un problema. Un problema anche per i tanti ragazzi e giovani che da un giorno all’altro non sanno cosa fare. L’istituzione riconsegna completamente i figli ai padri e alle madri per tutto il tempo. I genitori non pensano ad altro che a collocare i figli in qualche modo, per non lasciarli in strada o in casa ad annoiarsi di fronte ad un televisore o ad un computer. Il periodo che inizia, pertanto, non è esente da responsabilità che investono milioni di persone. La scuola è uno dei fatti più importanti, anche se non eclatanti, di una società. Muove interessi, iniziative, valori e sentimenti che attraversano gli strati sociali e tutte le età. Inizia ora il tempo, per gli adulti, di farsi carico più di prima del tempo libero dei giovani, perché sia utile per la loro crescita. Il mondo della scuola, pur in gran parte sano e produttivo, ci ha fatto sapere anche di vivere un certo disagio. Disagio di una riforma che non arriva mai al capolinea, che sembrava fatta dalla Moratti nel precedente governo, e poi è saltata con il nuovo governo e il ministro Fioroni. I non addetti ai lavori stanno sempre in mezzo al guado, non potendo sapere con certezza chi ha ragione e cosa è meglio per il futuro della società e dei giovani. Qualche pedagogista, come Alberto Campoleoni, ha chiamato l’attuale azione del governo sulla scuola la ‘politica del cacciavite’, nel senso che apparentemente fa piccoli aggiustamenti, mentre in realtà sposta gangli decisivi. Io non saprei decidere in merito, mentre, come ogni cittadino, posso essere più sensibile alle denunce sollevate in questo periodo circa comportamenti inusuali e trasgressivi, in particolare il bullismo e la presenza della droga. Il ministro Turco è arrivata a ipotizzare il controllo dei Nas nelle scuole. Di ciò tutti debbono essere preoccupati, se non allarmati. Su questo versante la scuola certamente cerca di fare la sua parte, e la fa anche bene, sia con l’insegnamento teorico sia con l’esempio dei docenti. Ma di fronte a quanto accade nella società, la scuola risulta inadeguata a far fronte da sola allo straripamento di tutti gli argini del buon senso e della moralità, che viene non solo descritto ma in molti casi anche reclamato ed esaltato. Il superamento degli argini è diventato un gioco e una sfida di cui i media si nutrono e nutrono la curiosità giovanile. Il periodo di vacanze può essere un’occasione per riprendere un contatto più intenso tra generazioni e un farsi carico gli uni degli altri, senza l’illusione di poter delegare ad altri compiti educativi e formativi che spettano a tutti gli adulti. Può essere un periodo in cui la famiglia, la parrocchia, le varie istituzioni culturali e ricreative del territorio, in un’armonica sinergia, si attivano per dare ai giovani opportunità concrete di svago, di socializzazione, offrendo loro mezzi di ricerca, spazi di attività sportiva e ludica, e anche occasioni di studio extrascolastico e di esperienze profonde di vita interiore e di preghiera. Il prossimo 17 giugno verrà il Papa ad Assisi a proporre la straordinaria esperienza di san Francesco a tutti gli umbri e in particolare ai giovani. Anche questa può essere un’iniziativa che va nel senso di dare ai giovani occasioni di sentirsi vivi e di essere sollecitati a scoprire il senso e il valore del loro stare al mondo. Elio Bromuri