Il Festival del giornalismo a Perugia dal 5 al 9 aprile

L’11a edizione del Festival internazionale del giornalismo si svolgerà a Perugia dal 5 al 9 aprile. Un evento di risonanza mondiale dove ci si confronterà su argomenti al centro dell’attenzione pubblica globale, accanto ad altri che invece sono soffocati dal fiume di notizie. Come sempre – hanno detto Arianna Ciccone e Chris Potter, fondatori e anima del Festival – si discuterà e si rifletterà sui temi del giornalismo, sui cambiamenti continui della professione, sulla libertà di informazione, sotto attacco in tutto il mondo, sulla “pericolosa tentazione di legiferare sulla verità per contrastare le fake news [notizie false]. Puntiamo al contrario – hanno sottolineato – sull’alfabetizzazione: dare ai cittadini gli strumenti giusti per navigare in questo mondo informativo sempre più ricco e complesso”.

Il programma comprende 250 eventi con 500 ospiti di 44 Paesi. Tra loro ci sono giornalisti importanti come Enrico Mentana, Marco Travaglio, Sergio Rizzo, Lucia Annunziata, Milena Gabanelli, Giovanni Floris e Roberto Saviano. Tra gli speaker stranieri, Alan Friedman e Dennis Redmon, oltre a direttori, inviati, corrispondenti ed editorialisti di giornali prestigiosi come Washington Post, New York Times e Financial Times.

Alla organizzazione e gestione del Festival contribuiranno anche 200 giovani volontari di 27 nazioni, tra le quali Argentina, Australia, Bangladesh, Canada, Egitto, Camerun, India, Iraq, Pakistan, Russia, Sudafrica, Turchia e Ucraina.

Si parlerà dell’America di Trump, della Turchia di Erdogan, della Brexit e del futuro dell’Europa, della Siria e delle guerre dimenticate nello Yemen e in Africa. Ma anche di diritti umani, della guerra ai signori del narcotraffico, della crisi di fiducia nei media che mette a rischio le nostre democrazie, del cambiamento climatico, della necessità di un giornalismo capace di parlare alle nuove generazioni “digitali”. E ancora, dei modelli di business per l’informazione ai tempi di internet, del ruolo della filantropia nel presente e futuro dei media, di disabilità e sport, dell’Isis e del ruolo delle donne nel terrorismo islamico, della “sfida degli algoritmi” (selezione automatica delle notizie) per il giornalismo e la democrazia.

Si affronteranno anche temi delicati come “Biotestamento, suicidio assistito, eutanasia” con Giuseppe Englaro, padre di Eluana, e “Ibernazione, Ogm e ingegneria genetica”, con Paolo Benanti, padre francescano, considerato tra i massimi esperti mondiali di teologia morale e bioetica con particolare riferimento ai nuovi problemi posti dallo sviluppo econoclogico e biotecnologico.

Dalla Mauritania arriverà a Perugia Mohamedou Ould Slahi per presentare il suo libro sui 15 anni trascorsi a Guantanamo. Lo ha scritto mentre era in cella di isolamento nel campo di prigionia. Fu arrestato per errore nel 2001 e è stato scarcerato nel novembre scorso. Ha raccontato questo suo incubo nel libro, già tradotto in più di 20 lingue.

Si discuterà anche del caso di Giulio Regeni, il giovane misteriosamente ucciso in Egitto, con l’intervento dei genitori. “Un evento al quale teniamo particolarmente – ha detto Arianna Ciccone – insieme a quello su Andy Rocchelli, fotoreporter ucciso mentre seguiva la guerra russo-ucraina a Donetsk, pochi mesi dopo il suo intervento al Festival di Perugia. Ci saranni i genitori e il collega che era con lui, sopravvissuto all’agguato”.