Domenica 13 luglio nel Parco del monte Cucco, presso il villaggio turistico Val di Ranco a Sigillo, si è svolta la 23a edizione della FestAcli. Il tema era incentrato sulla figura di fratel Carlo Carretto, a 26 anni dalla morte. L’incontro è stato presieduto dal sen. Pierluigi Castellani a cui sono seguiti gli interventi di Ernesto Preziosi, ex vice presidente nazionale dell’Ac e deputato al Parlamento, e da Nicola Molè, ex dirigente nazionale dell’Ac. L’eredità di Carlo Carretto è tuttora attuale e provocatoria, in quanto è un’eredità “profetica” e quindi inevitabilmente scomoda.
Non a caso è l’eredità di “un monaco con il Vangelo in mano, nella mente e nel cuore, per tradurlo nella vita. Un religioso sempre disponibile a parlare di Gesù e della salvezza eterna a chiunque glielo chiedesse. Un servitore della Chiesa, perché essa fosse sempre più santa e più vicina agli uomini”. Mentre frequenta la facoltà di Filosofia, inizia l’approfondimento di quella fede che lo aveva ispirato fin da giovanissimo, e a interessarsi sempre più di apostolato approdando all’iscrizione alla Gioventù di Azione cattolica (Giac). Nel 1933, dopo l’incontro folgorante con Gedda, conquistato dall’idea di un apostolato laico, Carlo intraprende una serie di attività nella Giac; quando Gedda assunse la presidenza della Giac, a Roma, gli si aprirono le porte della carriera associativa. Nel 1936 è già vice presidente della Giac di Torino e membro del Consiglio superiore dell’associazione.
Finita la guerra, come un fiume in piena, fa dell’Azione cattolica la sua attività principale e si dedica a organizzare i giovani di quel periodo critico, offrendo loro ideali e stimoli. Nel 1945 al termine della guerra creò a Roma l’Associazione nazionale maestri cattolici e dall’anno seguente fu presidente nazionale della Gioventù italiana di Azione cattolica. L’eco delle sue iniziative giunge a Pio XII, che l’11 ottobre 1946 lo chiama a dirigere la Giac per il triennio 1946-1949. Il 12 settembre 1948, per l’80° anniversario della fondazione della Giac, riuniva in piazza San Pietro oltre 300.000 “baschi verdi” – era il distintivo della loro associazione – quale segno forte della presenza cristiana nella società. Maturò poi la decisione di entrare nella congregazione religiosa dei Piccoli Fratelli di Gesù, fondata da Charles de Foucauld: nel 1954 Carretto decide di raggiungere il deserto del Sahara dove rimarrà per 10 anni, e lì si abbandona completamente a Dio, lasciandosi inebriare dal silenzio e dall’idea di assoluto. Al rientro in Italia decide di fondare a Spello un centro di preghiera e contemplazione eremitica, la Chiesa dei poveri, vicino alla gente.
L’incontro si è concluso con la messa celebrata da don Raniero Menghini, direttore della Pastorale sociale e del lavoro, coadiuvato dal diacono Buchta. Al termine è seguito un momento conviviale.