Sono stati accolti per la prima volta al santuario della Spogliazione da mons. Domenico Sorrentino, il 3 ottobre, i vescovi della regione che sono venuti ad Assisi per la festa di san Francesco – quest’anno, la Campania – offrendo simbolicamente l’olio per le lampade votive che ardono dinanzi alla tomba di san Francesco nella basilica a lui intitolata, e presso la Porziuncola.
Da Pastore della diocesi, come ha vissuto questo momento?
“San Francesco patrono d’Italia parla ancora al cuore degli italiani. Parla con la sua vita di uomo che ha fatto del Vangelo la sua bussola e in forza del Vangelo ha scelto la povertà e la fraternità. Abbiamo bisogno, oggi più che mai, di riscoprire questi valori. Da qualche tempo questo messaggio si irradia anche dal santuario della Spogliazione, il luogo dove Francesco espresse, col gesto eclatante e profetico del ‘denudarsi’, la sua scelta di vita. Mi è sembrato bello invitare i vescovi campani ad inserire nel programma del pellegrinaggio anche una loro visita al vescovado e al santuario. Ho vissuto l’incontro con particolare gioia, essendo io campano ed essendo stato a suo tempo, come vescovo di Pompei, membro della Conferenza episcopale campana. Mi auguro che per tutti i confratelli sia stata un’esperienza interessante. Venire al vescovado di Assisi significa in qualche modo misurarsi non solo col nostro Santo, ma anche con quel vescovo Guido che ottocento anni fa lo accolse e benedisse. Guido e Francesco sono indissociabili. Un’icona ecclesiale che fa del santuario della Spogliazione, come ha detto Papa Francesco, il luogo propizio per il discernimento vocazionale dei giovani. La coincidenza con il Sinodo dei giovani è, in questo, provvidenziale”.
Il 16 settembre ha consegnato alla comunità la lettera pastorale Riparti, Francesco, ripara la mia casa! Il prossimo gennaio comincia la sua seconda visita pastorale. Può dirci qualcosa al riguardo?
“Questa festa di san Francesco cade in un momento speciale della nostra diocesi che si prepara a vivere una seconda visita pastorale dopo un Sinodo che ha definito un progetto di rinnovamento delle parrocchie e della comunità cristiana. Ho impostato questa visita in termini missionari facendo riferimento proprio a Francesco. Le parole che il Crocifisso di San Damiano gli disse: ‘Va’ Francesco, ripara la mia casa’, sono state assunte come un’indicazione di tutto il cammino della visita, con lo slogan ‘Riparti, Francesco, ripara la mia casa!’. Siamo in un tempo di cambiamenti epocali che stanno mettendo a dura prova anche la fede e la comunità cristiana. Il Vangelo rimane la forza della Chiesa. Trovare in san Francesco un testimone così vivo e attuale ci è di sprone e incoraggiamento”.
In questo particolare momento sociale ed economico il messaggio francescano contribuisce ad un impegno rinnovato verso strade sempre nuove?
“Il nostro territorio sta ancora soffrendo per la crisi economica che ha segnato negli anni scorsi tutta la nostra regione. Nonostante la ripresa conclamata e qualche segnale positivo come quello della Tagina, la disoccupazione è ancora un grande problema e la speranza dei giovani rimane ancora tanto provata. Il messaggio francescano ha sicuramente qualcosa da dire anche su questo versante. Spogliandosi di tutto, Francesco mise in moto le ragioni ideali di una nuova economia, non legata al solo profitto, ma attenta soprattutto al servizio della persona. Un’economia per l’uomo. La festa di san Francesco è stata anche occasione per guardare con realismo e speranza alle sfide sociali che incalzano, e soprattutto un appello a tutti noi per un rinnovamento degli stili di vita nella direzione della solidarietà e della giustizia sociale”.
Antonella Porzi