La festa di san Giuseppe, patrono della città di Orvieto e della diocesi, quest’anno si è inaspettatamente intrecciata con la messa di inizio pontificato di Papa Francesco. Mentre in piazza San Pietro riecheggiavano i gesti e le parole del nuovo successore di Pietro di fronte a centinaia di migliaia di fedeli, ad Orvieto si rendeva omaggio al Santo che ne è il patrono, unitamente alla Madonna Assunta.
E questa felice coincidenza ha fatto da filo conduttore delle celebrazioni che si sono svolte in mattinata nella chiesa dedicata al Santo e culminate nel pomeriggio in cattedrale con il Vescovo: è come se la Chiesa universale e quella particolare in quel momento cantassero all’unisono, con segni di speciale unità. E se san Giuseppe, come è stato ricordato in ogni messa, è uomo della cura silenziosa e attenta, i festeggiamenti in suo onore non potevano che essere improntati ad una profonda semplicità, che tuttavia ha coinvolto ogni ambito cittadino.
Con un pensiero speciale per un caro amico, “regista” delle programmazioni anche in questo momento delicato, che ci è stato sempre vicino con la preghiera, il nostro caro don Italo: la Giostra dei quartieri, un torneo a squadre tra i quattro quartieri della città, animato dai ragazzi dell’oratorio San Filippo Neri; la Passeggiata di primavera, la pesca con le uova di cioccolato come premio e la tradizionale e immancabile distribuzione delle “frittelle”. Così come la 6a Rassegna di musica sacra, tenutasi nella cappella della Madonna di S. Brizio in duomo, sabato 16, che ha visto l’esibizione della corale “Vox et jubilum” della nostra cattedrale, della “Corale poliziana” di Montepulciano e dell’ensemble vocale “Liber cantus”.
Il culmine dei festeggiamenti si è avuto naturalmente in duomo, con la solenne concelebrazione eucaristica, nella quale è stato conferito il ministero del lettorato al seminarista Lorenzo Romagna e dove si è avuto modo di ricordare anche il primo anniversario di ordinazione sacerdotale di don Danilo, don Riccardo e don Darek. Ha fatto seguito la processione fino alla chiesa di San Giuseppe, allietata dal suono della banda L. Mancinelli.
Un giorno speciale di festa nel cuore della Quaresima, che quest’anno, per la coincidenza storica che si è verificata, lascerà un segno ancora più profondo nella città.
Il culto di san Giuseppe
Nella nostra diocesi, il culto di san Giuseppe è antico, condiviso e partecipato. Ad Orvieto è antica la devozione al Santo, tanto che nel lontano 2 maggio 1647 il Consiglio della città decise all’unanimità, con 63 voti favorevoli e nessun contrario o astenuto, di eleggerlo come protettore della città stessa. Non è da meno la devozione a Todi. Lì, nei pressi della Porta aurea, si trova la chiesa di San Giuseppe fatta costruire nel 1642 dall’Università dei falegnami, pio sodalizio ancora esistente e proprietario della chiesa. Di questa corporazione dei magistri lignaminis con radici medievali si ha notizia in un raro documento del 26 giugno 1286. A Todi, in questa chiesa, san Giuseppe è stato festeggiato sempre martedì 19 marzo alle ore 11, con una solenne concelebrazione partecipata da tutti i membri di questa antichissima Universitas che per l’occasione hanno indossato i loro sfarzosi costumi medievali.