“Famiglia: risorsa per la Chiesa e per la società”. È stato questo il tema della terza edizione della Festa della Famiglia, evento pensato e organizzato dalla Pastorale familiare dell’archidiocesi di Spoleto-Norcia, che si è tenuto domenica 12 aprile presso il chiostro di S. Nicolò a Spoleto. Tante le famiglie che hanno accolto l’invito dell’arcivescovo mons. Renato Boccardo a partecipare a questa giornata che sta oramai diventando una felice tradizione e che vuole celebrare la bellezza, la fatica e il sogno di “fare famiglia”. Mamme, papà, nonni, nonne e tantissimi bambini sono stati accolti dai ragazzi della pastorale giovanile della diocesi. I più piccoli e gli adolescenti hanno partecipato a delle attività; i più grandi, invece, hanno preso parte alla conversazione sul tema dell’incontro con il card. Angelo Comastri, arciprete della basilica di S. Pietro in Vaticano, e con Graziano Delrio, neo ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. Ha moderato Rosario Carello, giornalista della sede Rai dell’Umbria.
L’arcivescovo Boccardo, nel salutare i presenti e i due relatori, ha detto che questa festa è “un’iniziativa pensata per celebrare la bellezza e la fecondità della famiglia”.
Il ministro Graziano Delrio , sposato (la moglie lo accompagnava, ndr) e papà di nove figli, ha condiviso con i presenti come oggi la famiglia sia un oggetto di discussione, un qualcosa che i molti considerano come un qualcosa da riempire con delle politiche specifiche. “Essa invece – ha detto – è un soggetto positivo, che costruisce relazioni, senso civico, rispetto delle istituzioni, che genera legalità e sicurezza”.
“Difendere la famiglia vuol dire difendere l’umanità così come Dio l’ha pensata. Chi pensa di capire più di Dio, prepara lo sfacelo. Se ad un uomo mancano le relazioni primordiali – che solo la mamma e il papà possono donare ai figli – manca anche la relazione con Dio. Nella famiglia si apprende l’alfabeto della vita”. Con queste parole il card. Angelo Comastri ha iniziato il suo intervento alla Festa della Famiglia. Riprendendo Fëdor Dostoevskij, il Porporato ha sottolineato che educare vuol dire dare ai figli buoni insegnamenti, che poi al momento opportuno torneranno alla memoria e saranno utili per il percorso della vita, molto di più degli studi che una persona, a vari livelli, può compiere.
Nel primo pomeriggio le famiglie hanno partecipato all’iniziativa “giochi di un tempo” a cui ha partecipato anche l’arcivescovo Boccardo. Hanno animato le coppie della Pastorale familiare, i membri del Movimento Adulti scout cattolici italiani (Masci) di Spoleto e i ragazzi della Pastorale giovanile. Con questa attività si è voluto ricordare alle famiglie che il gioco non è soltanto un modo per passare del tempo, ma è un’esperienza che consente di creare legami di intimità tra genitori e figli. Alle 16.30, poi, è stata avviata la camminata meditata verso la cattedrale. La Pastorale familiare ha chiesto alle monache agostiniane di Cascia di guidare questo momento. Erano presenti la badessa, madre Maria Natalina Todeschini , e suor Maria Laura, eccezionalmente uscite dalla clausura su dispensa dell’Arcivescovo. Da sottolineare che le monache di Cascia, dal 2008 al 2014, hanno condiviso con le famiglie dell’archidiocesi di Spoleto-Norcia un percorso di preghiera e di riflessione (nove lettere), raccolto nel volume recentemente pubblicato L’amore che si fa dono. Il messaggio di Santa Rita per le famiglie. Giunti in cattedrale, mons. Boccardo ha presieduto la messa, coronamento e conclusione della festa. “La famiglia – ha detto il Presule nell’omelia – è un grande dono di Dio, porta con sé una forza rigenerante capace di superare ogni stanchezza. Ad essa è chiesto di testimoniare nel mondo che è possibile volersi bene nella fedeltà e nel dono gratuito, per sempre. Certo – ha proseguito l’Arcivescovo – le difficoltà ci sono, ma Gesù ha dato agli sposi la grazia per superarle”.