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Alle 9.30 in cattedrale, al termine del canto d’ingresso Lauda Sion Salvatorem, mons. Marra, amministratore apostolico della diocesi di Orvieto-Todi, ha rivolto un caloroso e grato saluto al card. Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei. “Quest’anno – ha detto mons. Marra – la festa del Corpus Domini assume un significato particolare per due grandi doni che il Santo Padre Benedetto XVI ha fatto alla diocesi di Orvieto-Todi: la nomina del nuovo vescovo nella persona di mons. Benedetto Tuzia e la concessione di un Giubileo eucaristico straordinario per commemorare il 750° anniversario del miracolo eucaristico di Bolsena e la bolla Transiturus, con la quale Urbano IV introdusse nel calendario liturgico della Chiesa universale la festa solenne del Corpus Domini”.
“Quanto a mons. Tuzia – ha aggiunto -, la diocesi si sta preparando per una calorosa e entusiasta accoglienza. Quanto al Giubileo eucaristico di Bolsena e di Orvieto, auspico che questo evento possa ottenere l’attenzione della Conferenza episcopale italiana, ipotizzando la possibilità che in uno dei due anni giubilari si possa organizzare un pellegrinaggio di tutto l’Episcopato italiano ad Orvieto e a Bolsena, eventualmente considerandolo come una iniziativa dell’anno della fede indetta dal Papa Benedetto XVI”.
Subito dopo i riti d’introduzione la schola diretta dal maestro Stefano Benini ha cantato il Kyrie e il Gloria seguiti dalla proclamazione della Parola.
All’omelia il card. Bagnasco, rivolgendosi ai numerosi fedeli che affollavano la cattedrale, ha detto: “È motivo di gioia ritrovarci attorno all’altare nel giorno solenne del Corpus Domini. Ringrazio mons. Giovanni Marra, amministratore apostolico di questa veneranda diocesi, per il fraterno invito che mi permette di condividere con voi un momento di grande fede e di comunità, nella gioiosa attesa del nuovo vescovo diocesano.
La Chiesa celebra l’eucaristia e vive di essa. In questo santissimo mistero, come ricorda il Concilio Vaticano II – ha proseguito il Cardinale – è racchiuso tutto il tesoro della vita cristiana: il Dio-con-noi pellegrini nel tempo, Colui che sostiene i nostri passi e ci rialza dalle cadute; il Dio-per-noi con il sacrificio della sua vita sull’altare della croce… ‘Il Maestro dice: dov’è la mia stanza in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?’. Queste parole Gesù le dice ai suoi e le ripete a noi. Il Signore cerca un luogo per compiere il gesto anticipatore del Calvario, e insieme il più intimo che lascerà alla Chiesa: il dono del suo corpo e del suo sangue, il mistero della sua vita data per il mondo. Egli continua, nella storia, a chiedere un luogo preparato, ma quale sarà questa stanza nella quale rinnovare fino alla fine del tempo il dono supremo dell’amore?”
“È la comunità cristiana – ha risposto il card. Bagnasco – la stanza che il Maestro cerca per celebrare il memoriale della sua Pasqua, il banchetto della vita eterna, il sacramento della sua reale presenza… E ci accorgiamo che per ospitarlo nella stanza interiore dell’anima dobbiamo chiedere a Lui di ospitarci nel suo amore che purifica, invera e sostiene”.
Una folla straordinaria ha partecipato alla mensa del Corpo del Signore. Al termine, presieduta dal card. Bagnasco, ha avuto inizio la processione per le vie della città medievale preceduta dal Corteo storico quest’anno particolarmente curato.