Con la visita e celebrazione eucaristica al santuario che custodisce il corpo del beato Jerzy Popieluszko, il sacerdote polacco martire, si è concluso il 23 agosto il pellegrinaggio in Polonia di 130 fedeli umbri guidato dall’arcivescovo di Perugia-Città delle Pieve mons. Gualtiero Bassetti.
Iniziato il 17 agosto, il pellegrinaggio, promosso dalla Commissione Ceu per il turismo e il tempo libero, dall’arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve e dal Pontificio seminario regionale, ha toccato le principali città storiche della Polonia, patria di Giovanni Paolo II. Proprio dall’antica capitale Cracovia, che ebbe come arcivescovo il card. Karol Woytjla prima della sua elezione a Pontefice, i fedeli umbri hanno iniziato il loro pellegrinaggio che li ha portati a visitare Wadowice, città natale del Beato, il santuario della Divina Misericordia con il ricordo di santa Faustina Kowalska, Auschwitz, memoriale della Shoah, il celebre santuario della Madonna Nera di Czestochowa, cuore pulsante della fede del popolo polacco, le città di Torun e poi di Danzica su litorale baltico e, infine, la città di Varsavia con i suoi antichi monumenti e il santuario dedicato al beato Popieluszko.
Particolarmente significativo è stato l’incontro, nell’arcivescovado di Cracovia, con il card. Dziwisz. Il porporato ha accolto con molta cordialità i pellegrini umbri raccontando loro alcuni episodi della vita di Woytjla legati alla terra dei santi Benedetto e Francesco. A ricordo del forte legame tra il Papa polacco e l’Umbria, al Cardinale è stata donata una copia del prezioso volume che illustra e descrive i dodici viaggi di Giovanni Paolo II in terra umbra, curato da Amilcare Conti che si è molto prodigato per questo pellegrinaggio, la cui organizzazione è stata affidata alla neo-nata agenzia viaggi diocesana “Nova Itinera” di Perugia.
A Danzica non si va solo per turismo sul litorale, ma in pellegrinaggio nei luoghi dove furono uccisi 44 operai nel 1970 a seguito dei primi scioperi contro il regime comunista; scioperi intensificatisi dieci anni più tardi con Solidarnosc. Ricordano il martirio di questi operai tre grandi croci erette nella zona del cantiere navale di Danzica, uno dei più grandi d’Europa. Le croci, pesanti 140 tonnellate ed alte 42 metri, sono state costruite in cemento con delle ancore in acciaio sulla sommità, in segno di speranza. In lontananza, ha fatto notare l’arcivescovo Bassetti, appaiono come tre uomini crocifissi.
A Varsavia, all’ingresso del santuario dedicato a padre Popieluszko (beatificato il 6 giugno 2010) viene distribuito un volantino con la scritta: “La Croce divenne per noi un portone”. È una frase che sintetizza il senso di ogni pellegrinaggio in terra polacca: un’intera nazione che ha fatto della croce di Cristo la sua forza e la sua speranza.
“Abbiamo visitato una Chiesa che ha molto sofferto – ha commentato mons. Bassetti – e che si è identificata con il popolo, che, a sua volta, ha identificato la propria liberazione con la fede”.