di Pier Giorgio Lignani
Un piccolo episodio di cronaca giudiziaria di questi giorni. A Milano la corte d’Appello, in una causa civile, ha dato torto a una società multinazionale specializzata come altre nel consegnare a domicilio pasti pronti. I pasti sono ordinati dai clienti via internet a un ristorante scelto da loro, e sono portati – in motorino o in bicicletta – da un fattorino che lavora per conto di quella multinazionale. Presso i clienti la cosa ha successo perché il tutto è semplice e veloce e costa pochissimo.
In effetti il compenso del fattorino – che è compreso nel prezzo che il cliente paga via internet al momento dell’ordinazione, con la sua carta di credito – sono pochi spiccioli per ogni corsa, e nulla più. Un gruppo di fattorini ha fatto causa davanti al Tribunale di Milano per farsi riconoscere i diritti dei lavoratori dipendenti, ma hanno perso la causa perché il giudice ha ritenuto che si tratti di un lavoro “autonomo”. Adesso la corte d’Appello ha ribaltato la decisione; è probabile che ci sia un epilogo in Cassazione.
Sul piano legale la questione è sottile e non scommetterei sull’esito. Ma sul piano pratico è certo che quei fattorini sono sottopagati e sfruttati. Ma chi è che li sfrutta? La multinazionale che organizza i trasporti, i ristoranti che vendono i pasti, o qualcun altro? Secondo me, chi li sfrutta è principalmente il cliente. È lui che si gode il pasto a domicilio pagando una sciocchezza.
Se dovesse pagare il recapito come Dio comanda, forse troverebbe più conveniente alzarsi dalla poltrona e andare a prendersi quello che gli serve dove lo vendono; ma allora la multinazionale chiuderebbe e i fattorini non avrebbero più quel lavoro. Insomma, la multinazionale paga poco i fattorini non perché gli vuole male, ma perché così “vuole il Mercato”.
Chi è dunque il Mercato, questa mitica entità che decide le sorti di tutto? Il Mercato è ciascuno di noi, quando decidiamo se comprare, dove comprare e a che prezzo; e non ci rendiamo conto che anche tutti gli altri decidono nello stesso modo. Ricordiamocene, quando protestiamo contro gli effetti perversi del Mercato e contro le ingiustizie che produce.