Otto giorni dopo, l’Europa, che il primo maggio si è presentata al mondo con le sue venticinque bandiere al vento, si presenta di nuovo sulla scena mondiale, in collegamento via satellite con 140 città, da Stoccarda in una “celebrazione mediatica”. È per presentare il suo volto cristiano. Cristiano in senso ampio, e quindi cattolico, ortodosso, evangelico. Un volto sereno e accogliente, aperto verso tutti gli europei, anche coloro che cristiani non sono e a quelli che non sono neppure europei, ma ospiti.
È bene che anche questi sappiano da dove veniamo, chi siamo e quale cultura madre ha generato il continente lungo la sua bimillenaria evoluzione storica. Il cristianesimo non è stato un episodio, ma una costante di fondo mai interrotta. La manifestazione internazionale “Insieme (miteinender, ensemble, togheter…) per l’Europa” non è stata pensata per una rivincita rispetto alla negazione delle “radici cristiane” nel testo della costituzione europea, né per accampare diritti o rivendicare privilegi, ma per essere “insieme” di sostegno per il cammino ancora lungo e difficoltoso da compiere per una piena integrazione tra questi popoli, le loro culture e i loro interessi.
I cristiani hanno riscoperto dopo la seconda guerra mondiale la necessità di convergere tra loro pur da posizioni diverse, per realizzare una coesione di vita che impedisca agli Stati di ricorrere alla guerra per affermare se stessi. L’iniziativa di Stoccarda ha il carattere ecumenico nel senso ampio del termine, come espressione unitaria delle molteplici denominazioni cristiane e nel senso ancora più allargato di porsi in una prospettiva di dialogo e collaborazione con tutte le espressioni culturali presenti in Europa e con tutti i popoli e le religioni del mondo in vista della pace.
La varietà e la ricchezza delle diverse espressioni confessionali del cristianesimo europeo, in questa iniziativa, è ancor più efficacemente manifestato dalla compresenza dei gruppi, associazioni e comunità cristiane che rendono variopinta anche la singola comunità di fede. Se prendiamo ad esempio la Chiesa cattolica, in questo “Insieme per l’Europa”, la vediamo rappresentata oltre che dai vertici (card. Kasper e vescovi), dalle molteplici esperienze spirituali che vanno dall’Azione Cattolica, al Movimento dei focolari, al Cammino neocatecumenale, al Rinnovamento nello Spirito e altre, segno di pluralismo cattolico di base che indica la presenza dello Spirito di unità nella diversità. Un esempio di ecumenismo interno che può costituire un modello e una spinta per un ecumenismo sempre più ampio.
Dal “fare comunione” con i fratelli cristiani che confessano la stessa fede tende ad abbracciare tutti gli uomini. In questa giornata e con questo stile di trovarsi per stare e rimanere insieme si intende raggiungere due finalità: rendere visibile l’unità dell’Europa nella sua molteplicità e contribuire a “dare un’anima” al processo di integrazione europea, nel solco tracciato dai padri fondatori; una famiglia di popoli uniti e riconciliati per la costruzione dell’unità dell’intera famiglia umana.