di Pier Giorgio Lignani
Chi vuol polemizzare contro l’inadeguatezza dell’Europa, intesa come Unione europea, ha il gioco facile mettendosi a citare i famosi regolamenti sulla forma e le dimensioni delle zucchine e dei piselli. Sarebbe questa la prova che le istituzioni europee hanno saputo solo complicarci la vita con regolette assurdamente minuziose, senza mai affrontare i problemi veri.
Come sempre in questi casi, c’è del vero, ma anche molto falso. È vero che ci sono i regolamenti sulle zucchine, ma ci sono anche cose importantissime che hanno cambiato in meglio il modo di vivere in Europa, dall’accordo di Schengen sulla libera circolazione continentale alla moneta unica. Ma è anche vero che non sono mai state realizzate le riforme che sarebbero veramente decisive: come l’unificazione dei sistemi fiscali, e una politica estera veramente unitaria (per ora esiste una specie di ministro degli Esteri europeo, attualmente l’italiana Mogherini, ma non conta nulla e non ha nulla da dire, perché ognuno degli Stati membri ha la sua politica estera e se la tiene stretta).
Però è ingiusto dare la colpa di tutto questo alle istituzioni europee e alle persone che le rappresentano, come se dipendesse dalla loro volontà. Sono i Governi nazionali a decidere di che cosa debbano occuparsi o non occuparsi le istituzioni europee. E sono i Governi nazionali a deciderne gli indirizzi politici – se e quando riescono a trovarsi d’accordo fra loro. Quindi chi dice “io non sono contro l’Europa, sono contro questa Europa” deve sapere che se l’Unione europea sembra (talvolta) inutile è perché non ha abbastanza poteri. Ma è curioso che alla guida di quelli che protestano si siano messi i Governi dell’Est europeo, primo fra tutti quello ungherese, ossia quelli che dall’Unione ricevono più benefici sotto forma di concretissimi soldoni.
Chi vorrebbe un’Europa più costruttiva, più capace di risolvere i problemi, dovrebbe spingere perché i Governi nazionali accettino di trasferirle una parte più consistente dei loro poteri.Ricordando che senza Europa unita i Paesi europei, presi uno per uno, sulla scena mondiale conterebbero quanto il Paraguay di fronte a colossi come la Cina e gli Stati Uniti.