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Eucaristia, mistero che tiene desto l’intelletto

L’elevazione del calice durante la preghiera eucaristica
L’elevazione del calice durante la preghiera eucaristica

La “pedagogia divina” ha un grande rispetto dell’uomo creato a Sua immagine e non vuole mortificare il dono dell’intelletto, perché, quando abbiamo trovato, possiamo continuare a cercare. L’eucaristia che è al centro del mistero sacramentale è antica quanto il cristianesimo, ma nei secoli si è arricchita di ricerca teologica, di spiritualità, di arte, ed è ancora una miniera inesauribile. Il Giubileo eucaristico è un’occasione non solamente per vivere delle celebrazioni che danno forza rinnovando la nostra fede di occidentali stanchi.

È un’occasione per aprire la nostra mente a una maggior comprensione del Mistero e rinnovare così anche la prassi personale e della vita della Chiesa. Questo venerdì 11 e sabato 12 gennaio era in calendario uno dei primi convegni di studio su “Eucaristia e carità”. Il convegno era organizzato in collaborazione con la Pontificia università lateranense e si è svolto a Orvieto nel cinema “Corso”.

Il primo relatore è stato mons. Mauro Cozzoli, docente di Teologia morale presso la Lateranense e l’Accademia alfonsiana, il quale ha trattato il tema “L’eucaristia e la virtù della carità”. Nella seconda relazione, tenuta da don Roberto Nardin, monaco benedettino nell’abbazia di Monte Oliveto e docente di Teologia sacramentaria presso l’Università lateranense, è stato esplicitato un interessante argomento dal suggestivo titolo “Eucaristia, lex orandi, lex credendi, lex vivendi”. Poi è stata la volta di padre Corrado Maggioni, docente presso la facoltà di teologia Marianum e l’istituto liturgico Sant’Anselmo, che ha trattato “Celebrare la Parola per vivere nella carità”. Successivamente i convegnisti si sono recati in duomo nella cappella del Corporale, per un incontro dal titolo “Il miracolo del sacro Corporale e la sua cappella nel duomo”. Doveva illustrare gli affreschi un luminare della storia dell’arte, ma all’ultimo momento è stato impossibilitato a venire.

Dopo un’introduzione sulla spiritualità medievale, mons. Italo Mattia, parroco del Duomo, che ogni giorno celebra la messa in questa cappella, ha intrattenuto i presenti sulle mirabili scene affrescate da Ugolino di Prete Ilario dal 1357 al 1364. Don Italo non solamente ha spiegato con chiarezza e competenza ma soprattutto con fede, perché quelle opere sono lì per testimoniare la fede nell’eucaristia che i nostri padri ci hanno voluto lasciare come memoria. Le pitture sono di una grande modernità, sono la Biblia pauperum, sono realizzate come un moderno “fumetto” con i relativi cartigli che spiegano la scena illustrata. Dire che il Medioevo fosse un’epoca oscura è una grossa stupidaggine, che purtroppo ancora è usata da tanti superficiali intellettuali.

Il giorno seguente, al mattino è ripreso il convegno con vari interventi. Il primo era di don Antonio Mastantuono, docente di Teologia pastorale e catechetica presso la Facoltà di teologia dell’Italia meridionale, che ha trattato il tema “La testimonianza della carità e le Caritas”. Seguito da padre Vittorio Viola ofm, docente presso l’Istituto teologico di Assisi e il pontificio ateneo S. Anselmo a Roma, con una relazione su “Pregare con la Chiesa: espressione di carità”. Ha concluso i lavori padre Alvaro Cacciotti ofm, docente presso la facoltà di Teologia della pontificia università Antonianum di Roma, trattando il tema “Eucaristia e vita spirituale”. Nel pomeriggio alle ore 16 il vescovo mons. Benedetto Tuzia ha inaugurato i lavori nei sotterranei della cattedrale, ora utilizzati come percorso verso la Porta santa. Anche qui si è manifestata una bellezza architettonica incomparabile che riafferma quanto detto sul Medioevo. Soprattutto, questo precorso non è solamente suggestivo dal punto di vista artistico, ma un aiuto spirituale e silenzioso che introduce nel mistero dell’eucaristia.

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