Sono a Chiavenna, cittadina appoggiata all’ingresso di una delle valli piú impervie d’italia, la Valtellina. Sono qui per visitare alcuni carissimi amici che hanno condiviso con me i primi anni di Bolivia. Mi arriva una chiamata inaspettata: è Maria Rita Valli, anche lei carissima amica dei tempi che furono, che mi chiede una testimonianza per La Voce. È attorno agli anni Ottanta che con il gruppo di Rinnovamento nello Spirito di Umbertide si andava ogni tanto a trovare e pregare insieme con il gruppo di Scheggia. Che bello ricordare anche solo per un attimo quegli anni, che poi sono quelli che hanno posto le radici della mia vocazione sacerdotale. Con don Ubaldo, suor Natalina, Maria Rita e Antonella abbiamo trascorso momenti veramente speciali.
Quindi come dire no? Mi presento: piacere, don Leo, sacerdote fidei donum della diocesi di Gubbio, da 15 anni parroco sull’altopiano delle Ande boliviane a Santiago de Huata, paesotto sulle rive del mitico lago Titicaca (che significa “puma di pietra”). Non mi viene però da raccontare ciò che accade in quel di Huata, quanto piuttosto la bellezza e la gioia di ciò che sto vivendo attraverso il mio giro di visite qui in italia. In fondo vorrei solo essere capace di dirvi: “Che bello essere Chiesa”. Gubbio, Umbertide, Biella, Chiavenna, Baranzate, Milano, Lodi, Menaggio, Modena, Pisa, Trento, Brescia… ogni luogo significa una storia.
Volti, mani, piedi e cuori di persone concrete, vive. Papà, mamme, giovani, bambini, nonni, sacerdoti, professionisti, pensionati e anche tanti “spiantati”, spaesati, confusi. Che meraviglia essere accolti bene, con calore e attenzione perché in qualche modo “tu” (nonostante te) sei un canale di Misericordia. Che sarebbe di ogni parrocchia, se non respirasse in qualche modo questa comunione universale nell’amore di Dio? Sono fondamentalmente contrario a ogni genere di globalizzazione, ma credo fortemente che solo “globalizzati nella Misericordia” rispetteremo autenticamente le singole identità.
Piccolo diario dalla missione in Bolivia
Da una lettera inviata da “don Leo” qualche tempo fa, ricaviamo alcuni dati sulla vita quotidiana nella missione di Santiago de Huata (Bolivia).
L’aspetto piú importante e per me più impegnativo: la comunità della casa parrocchiale. I ragazzi che ancora vanno a scuola; i giovani adulti che lavorano nei vari progetti, le infermiere… una famiglia bella e impegnativa.
Uno sforzo grande lo abbiamo dedicato all’avvio del progetto del turismo ecosostenibile: riunioni con il vice ministero del Turismo, momenti di formazione, iniziative pilota in coordinazione con il Comune di Huata, contatti con agenzie turistiche delle piú importanti città boliviane ci hanno portato a fare una notevole esperienza e mettere alla prova le nostre capacità di accoglienza e risposta alle esigenze del “cliente”.
Come opere sociali, abbiamo completato il nuovo Centro medico in una comunitá – quella di Cacahuaque – molto povera nel territorio della parrocchia. Abbiamo anche portato avanti la manutenzione dell’acqua potabile di due piccole comunitá: Coquena e Toque Ajllata Alta. Senza dimenticare la costruzione delle sale chirurgiche nell’ospedale “San Francisco” in una zona periferica di La Paz.
La pastorale ci vede impegnati in primo luogo con l’attività dell’oratorio: abbiamo qui in parrocchia oltre 300 bambini. Sempre tanti i matrimoni e i battesimi.