Nell’aula magna dell’Ite “Scarpellini”, il 24 ottobre scorso è iniziata la 5a edizione delle “Conferenze di formazione” inerenti al progetto diocesano “Cittadini del mondo”. Ad accogliere gli intervenuti la dirigente dell’Ite, prof.ssa G. Carnevali, tutor delle conferenze che, salutando il vescovo mons. Gualtiero Sigismondi, il dott. R. Leoni, presidente di Sorella Natura e l’assessore all’Istruzione R. Zampolini, si è detta felice ed onorata di ospitare il Progetto per la pregnanza delle tematiche che offre: “Custodia del creato” e “Creatività e lavoro”. Custodire il creato, ha affermato la Dirigente, è innanzi tutto custodire l’uomo, priorità assoluta per ogni educatore e quindi per la scuola stessa. È infondere speranza nei nostri ragazzi perché “possano avere speranza nel creato che devono custodire”. Bisogna studiare per essere creativi, altrimenti si è banali!, ha sostenuto il dott. Leoni, presidente dell’associazione “Sorella Natura” che, ricordando le sue radici folignate, in “una chiacchierata tra amici”, ha invitato i presenti a riflettere sull’approccio alla custodia del creato. Si custodisce, sottolinea l’assessore Zampolini, ciò a cui si tiene, di cui si è innamorati e appassionati per quello che ci dà.
L’importante, sostiene il dott. Leoni, è recuperare la pedagogia del lavoro, della manualità, il fare bene. La custodia del creato è rispetto della vita, poi salvaguardia etica che si basa su garanzie scientifiche e si serve della moderna tecnologia. Ecco cosa significa “fare bene”! Tra gli esempi concreti, quello dei termovalorizzatori che, costruiti in modo adeguato e mantenuti efficientemente, potrebbero risolvere il problema dei rifiuti e delle discariche. L’uomo, dunque, è signore della terra nel senso di custode, secondo una visione teo – antropocentrica in cui, come insegna san Francesco, è egli stesso creatura nel creato. La sua signoria comporta la “mano custodiale”, l’opera per migliorare il creato, sottoposto al peccato come noi e danneggiato dall’uomo stesso. Buone pratiche di ecocompatibilità sono il sensore di lumen e il sensore di presenza che spegne le luci in stanze vuote. Tutto per garantire lo sviluppo sostenibile, che secondo mons. Gualtiero Sigismondi, è solidale, nel senso che deriva da una mentalità sinodale, del camminare insieme sul territorio, per non essere dei semplici vigilanti, ma custodi, pieni di stupore e meraviglia di fronte alla bellezza del creato. Bisognerà prendere l’esempio da san Giuseppe, di cui la Scrittura dice che “medita”, “sogna” e poi “fece”. Il sogno diventa ponte tra il pensare ed il fare che è creativo, cioè fare con arte. Così il nostro vescovo ci sprona ad essere artisti come è stato artista Dio.