La conclusione dell’Anno della fede segna un rinnovato cammino per la comunità diocesana chiamata – come ha ricordato il vescovo Ernesto Vecchi – a “dare concretezza agli orientamenti dottrinali e pastorali emersi in questo anno di grazia, segnato da un evento epocale: la rinuncia di Benedetto XVI al ministero petrino e l’avvento alla guida della Chiesa di Papa Francesco. Questo avvicendamento inatteso stimola la nostra riflessione, perché viene consegnato alla Chiesa come un segno dei tempi che esige di essere interpretato e vissuto come “momento favorevole, stimolante e provocatorio”. Una Chiesa locale chiamata a vivere questo momento di nuova evangelizzazione con “grande consapevolezza e maturità ecclesiale, ha detto il presule. Lo stesso Vescovo amministratore apostolico fa parte delle “sorprese” dell’Anno della fede: non è un commissario né tanto meno un inquisitore. È un Pastore a tutti gli effetti, chiamato da Papa Benedetto a mettere ordine nei conti economici, secondo i concreti orientamenti di Papa Francesco, ma soprattutto a custodire e vivacizzare il patrimonio spirituale e pastorale, incrementato dalle grandi figure episcopali che lo hanno preceduto. Proprio l’esigenza di un rinnovato annuncio per una nuova evangelizzazione, dentro la realtà complessa del nostro tempo, spinge la missione ecclesiale ad allargare gli orizzonti, per recuperare il rapporto tra la Costituzione conciliare Sacrosanctum Concilium e il decreto Inter mirifica sui mezzi di comunicazione sociale, anch’esso promulgato cinquant’anni fa, nella stessa seduta conciliare (4 dicembre 1963). Oggi le nuove tecnologie hanno messo una forte ipoteca sulla natura e la qualità dei rapporti umani, pertanto è necessario entrare in questo “primo areopago del tempo moderno per integrare il messaggio cristiano nella nuova cultura digitale”. In questo orizzonte s’inserisce la Nota pastorale del vescovo Vecchi che sarà consegnata alla comunità nel periodo d’Avvento. “L’Anno della fede – scrive – ci ha resi tutti più consapevoli che le comunità cristiane debbano ‘ripartire da Cristo’. Ma per avere confidenza con Cristo bisogna credere che Lui è una realtà, non un’ipotesi, un mito, un simbolo religioso. Cristo è una realtà viva, umanamente viva, che respira, palpita, gioisce, contempla, ama. Per questo ho pensato di consegnare alla Chiesa diocesana una Nota pastorale, con lo scopo di raggiungere un obiettivo: camminare uniti lungo il tratto di strada che ancora dobbiamo percorrere insieme. Per questo è necessario guardare in faccia la realtà in quest’ora ‘magnifica e drammatica’ della nostra storia: magnifica, perché la nostra diocesi è ben fondata su una viva e preziosa tradizione ecclesiale, ricca di santità e di opere, di cultura e di carità, ben coltivate dalle eminenti figure episcopali della sua successione apostolica, tradizione che oggi continua a dare copiosi frutti; ma è anche un’ora drammatica, perché la sofferenza finanziaria è molto seria, e le sfide pastorali incombono, in un contesto ecclesiale e civile complesso, problematico e bisognoso di ricomposizione. Pertanto, mi sono limitato a coinvolgere gli Uffici diocesani, per individuare le urgenze pastorali emergenti (da mettere a tema nel nuovo anno liturgico) attorno alle quali ritrovare, tutti insieme, un rinnovato fervore nel servire il Signore”.
Esce la Nota pastorale di mons. Vecchi per la diocesi di Terni
DIOCESI. In Avvento il vescovo Vecchi consegnerà la sua “Nota pastorale”
AUTORE:
Elisabetta Lomoro