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Esce la guida completa ai santuari dell’Umbria

L’interno del santuario di Mongiovino
L’interno del santuario di Mongiovino

Di santuari noti e meno noti, in Umbria, ce ne sono tanti. Ognuno è testimonianza di un culto attorno al quale, sin dall’origine, si sono sviluppati una fama miracolosa e un pellegrinaggio.

Già diversi anni fa, tra il 1999 e il 2003, si fece una ricerca che prevedeva un censimento sistematico di tutti i santuari dell’Umbria. Vi prese parte l’Università di Perugia, coordinata a livello nazionale da Sofia Boesch Gajano, André Vauchez, Giorgio Cracco e finanziata dal ministero dell’Università e della ricerca scientifica, dal Cnr e dall’Ècole Française de Rome. Oggi quella ricerca, rivista e sistemata, è confluita nel volume Santuari d’Italia – Umbria (De Luca editori d’arte), curato da Chiara Coletti e Mario Tosti.

Il volume verrà presentato sabato 25 maggio, alle ore 17.30, a Mongiovino nel santuario della Madonna delle Grazie, in occasione delle celebrazioni dei 500 anni del miracolo della moltiplicazione dei pani al santuario stesso. Nella pubblicazione “si è voluti andare oltre la semplice raccolta sistematica dei dati – scrivono nella premessa i due curatori – proponenedo materiali in grado di far riflettere sulle complesse relazioni, analogie e difformità, rapporti e concorrenze che hanno dato vita e trasformato nel tempo la rete devozionale del territorio in esame”.

Per lo più si tratta di santuari mariani, “la maggior parte costruiti tra il XV e il XIX secolo, ma accanto ad essi si trovano anche altre tipologie che vedono in primo luogo funzioni di culto e funzioni terapeutiche e apotropaiche, ma anche funzioni di pacificazione, svolte dai santuari di confine e di frontiera, luoghi sacri elettivi per ristabilire la pace tra regioni confinanti, per risolvere quei conflitti locali rappresentati dalle contese per il legnatico o per il pascolo”. Ma ci sono anche quei santuari imposti dal signore feudale o legati a polarità economiche (commercio, fiere) o a itinerari di transito. Santuari di montagna o di valle, santuari trasformati in chiese parrocchiali e santuari custoditi da eremiti.

Molti, come è ovvio dedurne il perché, sono santuari francescani, ai quali dedica un saggio Luigi Pellegrini. Per ognuno è stata costruita una scheda che ha permesso di creare una banca dati consultabile in Rete (www.santuaricristiani.iccd.beniculturali.it). In ogni scheda vi si riportano gli elementi anagrafici e spaziali, l’ubicazione geografica, gli elementi cultuali, la loro variazione nel tempo, la tipologia d’uso e l’oggetto del culto, la presenza di ex-voto, la frequenza dei pellegrinaggi e il patrimonio artistico.

Il volume, dunque, offre un repertorio che – come spiegano Tosti e Coletti – sembra in grado di avviare una nuova storia dei santuari in Umbria, una storia che può chiarire le stratificazioni culturali e le modalità di contatto, nel tempo, tra l’Uomo e il Sacro.

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