Esami di Stato: un milione di studenti alla prova

di Alberto Campoleone

Stiamo correndo verso la fine dell’anno scolastico e inevitabilmente il pensiero corre agli esami di Stato. Della maturità si è già parlato molto durante l’anno, in particolare del ritorno a una organizzazione “normale”, andando oltre l’emergenza che ha caratterizzato gli ultimi anni segnati dalla pandemia.

Due prove scritte e un colloquio

In particolare, abbiamo di nuovo due prove scritte nazionali e un colloquio, la presenza di commissari interni ed esterni; ed anche il riferimento alle prove Invalsi, il cui svolgimento è requisito di ammissione, pur non essendo prevista una connessione fra i risultati e gli esiti dell’esame di Stato.

Le commissioni d’esame sono state appena pubblicate. Sul sito internet del Ministero gli studenti possono già andare a cercare la propria, che – essendo, come già detto, un ritorno alla “normalità” – sarà composta da un presidente esterno, tre membri esterni e tre interni all’istituzione scolastica.

Esame di Stato, quando si comincia

Quando si comincia? Mercoledì 21 giugno, alle 8.30, con il primo scritto, quello di Italiano, comune a tutti gli indirizzi. Il giorno successivo si affronta la seconda prova, che riguarda le discipline caratterizzanti i singoli percorsi di studio. Il colloquio seguirà qualche giorno dopo, secondo i calendari delle commissioni. E sarà un vero e proprio banco di prova per gli studenti, con l’obiettivo di accertare il “successo” del percorso scolastico, il raggiungimento degli obiettivi legati al profilo educativo, culturale e professionale di ciascun candidato. Insomma, una prova “tosta”, che, per il significato che ha da sempre (anche se oggi forse è meno “sentita”), costituisce un rito di passaggio importante verso l’età adulta.

L’esame di Stato della Terza media

Allo stesso modo, un passaggio significativo è quello che avviene alla fine della terza media, con l’esame di Stato che conclude un ciclo di studi e, nell’immaginario collettivo, l’ingresso nell’età dell’autonomia, dell’indipendenza, anche una presa di distanza importante dall’ambiente familiare e da un gruppo di pari spesso omogeneo e rassicurante (ad esempio, quanti, in prima superiore, andranno a scuola ben più lontano da casa di quanto non accada con le scuole medie, avviando nuove amicizie, legami, scoprendo ambienti molto diversi?).

A guardare i numeri, le prossime settimane vedranno più di un milione dei nostri giovani mettersi alla prova. Sono tanti, e a tutti loro va un grande augurio. Con la consapevolezza che, se “gli esami non finiscono mai”, tuttavia ciascuno segna una tappa, un punto di arrivo e un nuovo inizio. Per guardare avanti e fare il meglio.

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