“Eroine”: un vanto?

È passata appena qualche ora fa la notizia della liberazione di Simona & Simona, e il Gran Ciambellano Bruno Vespa ha già riempito il suo salotto serotino di dopolavoristi carichi di elettricità, positiva, una volta tanto. Col sottofondo sgradevolmente musicale di una voce chioccia che il Padre Dante avrebbe sicuramente inserito tra quelle del suo Antinferno, i nei più famosi d’Italia lampeggiano come lucciole estive, e le mani del loro proprietario si aprono e si chiudono l’una sull’altra, nel gesto tipico dell’arbitro di calcio ad inizio partita: i due capitani se ne stanno lì, come due bambini dell’asilo vicino alla superiora, coi gagliardetti in mano a mo’ di cestini per la merenda, e lui lancia in aria la monetina, ne interrompe il volteggio a mezz’aria, poi l’imprigiona tra le sue mani: “Testa o croce?” si chiedeva una volta: Fra parentesi, oggi, con l’euro, cosa chiedono? l’Europa o Vitruvio/Leonardo? Ma lo sapranno che l’omino iscritto nel cerchio a braccia e gambe allargate non è Yuri Chechi, ma il frutto di un geniale connubio fra uomini di genio vissuti a molti secoli di distanza l’uno dall’altro? Scendono dal loro piccolo aereo, Simona & Simona. Domani dilagheranno i particolari. Ora vogliamo tutti vederle un po’ più a lungo, raggianti nel loro splendido abito iracheno, vogliamo respirare la gioia dei loro genitori, captare una loro parola. A questo punto il nostro Ciambellano si rivela davvero Grande: è stato lui che, a beneficio di chi, come lo scrivente, sente poco e capisce fischi per fiaschi 2 volte su 3, ha colto sulla bocca di una delle due Simone la parola giusta, quando ha detto al Presidente della loro associazione: “Ci vediamo domani in ufficio”. L’antieroicità di questa frase ne ha fatto il momento più alto di tutta la serata. Di fronte alla sua splendida ovvietà le ciacole sofisticate del salotto hanno evaporato. Una volta il Presidente della Repubblica Scalfaro dedicò quasi per intero il suo Messaggio di fine d’anno al Volontariato. E nella finale mozione degli affetti esclamò, con enfasi sincera e devastante: Eroici volontari!! Ahimé!, se sono eroici non sono normali. “Se siamo eroici”: io in questo mondo ci nuoto da 33 anni, 365 giorni all’anno (366 gli anni bisestili), e mi sento un ometto dagli acciacchi fisici che ormai eguagliano quelli spirituali. C’è dell’equivoco nella formula in uso nel decreto della Congregazione per i Santi che riconosce “l’eroicità della virtù” di un candidato all’onore degli altari. C’è dell’equivoco nell’esaltazione acritica dell’eroicità di Madre Teresa. Di Madre Teresa si può dire che è stata una donna eroica solo dopo che si è detto che è stata un donna intelligente. Intelligente. “Intus legere” leggere dentro. Dentro la scorza della futilità che anestetizza tutto. Dietro il buio degli orpelli che sbrilluccicano dal piccolo schermo. Alla ricerca del succo della vita. Intelligente. Come Simona & Simona.