Davanti ai dati pubblicati circa dieci giorni fa dai quotidiani, relativi alle proiezioni sulle ammissioni in calo agli esami di licenza superiore, La Voce si è chiesta: in Umbria, cosa succederà? Qual è la previsione? Sarà confermato il trend del presunto aumento nazionale dei non ammessi agli esami di maturità, per effetto del nuovo regolamento sulle valutazioni – dove il voto di condotta fa media – voluto dal ministro dell’Istruzione, università e della ricerca (Miur), Maria Stella Gelmini? Così La Voce si è rivolta alla Direzione scolastica regionale dell’Umbria che, a sua volta, si è rivolta al Miur. Risultato? I dati relativi all’Umbria non si trovano. Tuttavia lo stesso ministero di viale Trastevere, il 24 giugno scorso, aveva anticipato al Sole 24 Ore una percentuale di non ammessi alla maturità ‘vicina al 6 per cento (circa 28 mila alunni)’. Contro il 4 per cento del 2008 e il 3,9 del 2007. Nel frattempo, il ministro Gelmini aveva già dichiarato al Corriere della Sera: ‘Questo è un segnale forte per il ritorno ad una scuola meritocratica. Il lassismo del ’68 non ha mai fatto bene a nessuno’. Tutto bene, qualcosa di condivisibile c’è. Però come avranno ricavato, al ministero, il dato della proiezione nazionale (il 6 per cento)? Ce li avranno, al Miur, le proiezioni ‘ regione per regione ‘ riguardanti le ammissioni agli esami di Stato? Come hanno costruito il campione? O è stata solo un’abile (?) mossa di comunicazione? Intanto l’Ocse mette la scuola italiana agli ultimi posti in Europa, mentre nota che i Paesi con meno bocciature e ammissioni agli esami sono anche quelli dove l’apprendimento scolastico dei giovani è migliore. ‘Da noi – spiega la presidente dell’Age di Perugia, Anna Piazza – prima erano guai se bocciavi o non ammettevi un ragazzo, oggi si punta a buttarne fuori dalla scuola il più possibile… questo non è rigore, ma solo rigorismo. Così, alla ricerca di un equilibrio perduto ‘ o, forse, mai trovato – i nostri politici passano sempre per mille esagerazioni, mortificando la missione educativa di una scuola che, tuttavia, mantiene buoni docenti e dirigenti’. ‘La scuola che boccia è come un ospedale che accoglie i sani e lascia fuori i malati’, diceva don Lorenzo Milani, figlio di un’agiata famiglia di intellettuali fiorentini e prete, autore del libro Lettera ad una professoressa.
Erano giovani e forti… e quanti?
Scuola. Guerra di cifre sugli studenti ammessi o meno all'esame di maturità
AUTORE:
Paolo Giovannelli