La tecnologia più avanzata, nel caso specifico la sottotitolazione, entra in chiesa per consentire anche ai non udenti di partecipare pienamente al rito liturgico. Si tratta della seconda esperienza in Umbria, dopo quella realizzata lo scorso anno nella cattedrale di Perugia durante la celebrazione pasquale. L’appuntamento questa volta è stato organizzato presso la chiesa di San Francesco, in piazza Quaranta Martiri, per domenica 15 novembre alle ore 11.30, per la celebrazione eucaristica officiata dal Vescovo. La sottotitolazione sarà in simultanea e accompagnerà l’intera durata della solenne cerimonia religiosa, sia nella parte liturgica che in quella dell’omelia. Sarà resa possibile dall’impiego di un software che riconosce il linguaggio parlato e lo trasferisce in forma scritta su un grande schermo. “Si tratta per noi di una grande conquista – sostiene Claudio Mariottini, presidente di Fiadda (Famiglie italiane associate per la difesa dei diritti degli audiolesi) Umbria. – La chiesa di San Francesco diventerà proprio una chiesa ‘globale’, infatti oltre ad aver abbattuto le barriere architettoniche per chi ha problemi di mobilità, si appresta ad abbattere, per la circostanza, un’altra barriera, quella della comunicazione”. In occasione della messa del 15 novembre, secondo le anticipazioni di Mariottini, i ragazzi audiolesi, vincendo l’emozione, saranno chiamati addirittura a partecipare attivamente occupandosi anche delle letture. “La messa sarà sottotitolata – aggiunge il presidente – perché ci piace pensare ai nostri ragazzi completamente dentro al senso della Parola di Dio, ma questa iniziativa sottintende anche una rivendicazione che a tutti i livelli e in tutte le sedi la Fiadda fa da anni, quella cioè della necessità di ricorrere maggiormente al meccanismo della sottotitolazione, in televisione, nelle stazioni, al cinema e in tutti i luoghi dove c’è la possibilità di introdurre questo mezzo”. Tra i primi monumenti ad essere eretti per onorare il grande Santo che ha in Gubbio la sua seconda patria, la chiesa di San Francesco ingloba anche una parete del fondaco degli Spadalonga, la famiglia eugubina che accolse il Poverello una volta fuggito dalla sua città natale; si appresta quindi a vivere un’altra giornata significativa, un’ulteriore testimonianza concreta di come la “Chiesa universale” si sforzi per mettere in consentire ciascuno di gustare, per metterlo in pratica, il messaggio evangelico in tutte le sue espressioni.