Cinque giorni in Egitto per conoscere i progetti finanziati con i fondi dell’8×1000. Un viaggio breve ma intenso in un paese che ha 100milioni di abitanti e sta affrontando forti cambiamento economici e sociali, e che è nel mirino dei fondamentalisti e dei terroristi islamici che hanno attaccato chiese, conventi e fatto stragi. Il Cairo, Ismaila, Port Said, Alessandria, sono le tappe del viaggio dei giornalisti vincitori del concorso “8×1000 senza frontiere” (sei della Fisc – Federazione settimanali cattolici tra i quali anche “La Voce”, due del Corallo, l’associazione delle radio e tv cattoliche) guidati da don Leonardo Di Mauro, responsabile del Servizio per gli interventi caritativi a favore dei Paesi del Terzo Mondo e don Adriano Bianchi, presidente della Fisc, accompagnati da due inviati del Sir, l’Agenzia di informazione della Cei.
Cristiani nel mirino
“L’Egitto – spiega il direttore dell’Ufficio Cei che opera per realizzare la solidarietà e la cooperazione tra le Chiese a favore delle popolazioni dei Paesi del Terzo Mondo e promuovere lo sviluppo delle comunità locali – è il Paese con la più numerosa presenza cristiana del Medio Oriente, conta, infatti, circa dieci milioni di fedeli (quasi il 10% della popolazione), in larghissima maggioranza copto-ortodossi. Una minoranza nel mirino dei fondamentalisti e dei terroristi islamici che hanno attaccato chiese, conventi e fatto stragi”. L’ultima risale al 2 novembre scorso quando sette pellegrini copti di Sohag sono stati uccisi da un commando jihadista mentre tornavano da una visita al monastero di Anba Samuel il Confessore, nel governatorato di Minya, a circa 220 chilometri a sud-est del Cairo. Non meno radicata nel Paese è la piccola comunità cattolica composta da 250 mila fedeli di ben sette riti (copto-cattolico, latino, melchita, siriaco, caldeo, armeno e greco-cattolico). Le loro opere sono “segni di speranza e di dialogo” grazie alle scuole, alle strutture sanitarie e culturali aperte a tutti, cristiani e musulmani.
Il viaggio
“Un viaggio per ribadire la solidarietà e la disponibilità della Chiesa italiana ad aiutare l’Egitto nell’ambito sociale, della sanità, della formazione e dello sviluppo. In questi settori, infatti, sviluppiamo tutti i nostri progetti che sono attualmente 14, se consideriamo il periodo 2013-2018, per un ammontare complessivo di circa 2,5 milioni di euro”, spiega don Leonardo Di Mauro ai giornalisti vincitori del concorso “8×1000 senza frontiere”, promosso dalla Fisc e dal Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica della Cei. “La nostra visita – aggiunge – vuole essere un segno e un messaggio agli italiani per dire loro che la Chiesa è vicina a chi soffre grazie all’aiuto dell’8×1000 che arriva lontano e che non si ferma solo entro i nostri confini”.
I progetti Cei
Il viaggio tra i progetti Cei in Egitto è iniziato dal Cairo, con l’Aueed (Association of Upper Egypt for Education and Development) che si occupa dell’alfabetizzazione e sviluppo in 27 villaggi dell’Alto Egitto. Il progetto finanziato dalla Cei si incentra sulla promozione del diritto dell’uomo (specie di donne e di bambini) alla salute, sulla lotta alla povertà, alla discriminazione e si rivolge a oltre 700 beneficiari. (Vedi il servizio SIR)
Il giorno dopo visita all’Ospedale Santa Teresa del Bambino Gesù a Schubra (Cairo) , il terzo giorno incontro con il vescovo della diocesi di Ismailia che comprende anche la penisola del Sinai, Makarios, e visita all’ospedale di Port Said. (Vedi il servizio SIR)
Il quarto giorno, ad Alessandria d’Egitto visita all’Ordine dei Carmelitani Scalzi e a due progetti da loro curati, l’ospedale e l’asilo.
Domenica mattina il viaggio si conclude con l’incontro con i Frati Comboniani e alla visita della scuola per rifugiati e al terreno da loro acquistato grazie al contributo della Cei (Vedi il servizio SIR).
Maria Rita Valli
—- In Egitto c’era anche il nostro direttore Maria Rita Valli. Leggi il suo servizio “Tante piccole gocce diventano semi di pace nel mondo” —-