CONSUMARE MENO, CONSUMARE MEGLIO (E RISPARMIARE IL TEMPO PER GLI ALTRI)
Oggi si parla tanto di quella che viene chiamata “Economia sostenibile”, che tradotto in soldoni vuol dire “consumare meno per consumare meglio”, o se preferite una economia domestica a misura d’uomo, un uso consapevole di tutto ciò che ci serve per vivere che consenta allo stesso tempo di non farci mancare niente ma allo stesso tempo di rimettere l’uomo al centro. Un’economia che pur pienamente inserita nel flusso del consumo, non si lasci da questo sopraffare e conservi invece degli spazi per tutto il resto. Poiché non si ‘vive per consumare’, ma invece si ‘consuma per vivere’. Ma soprattutto, perché la ricchezza e l’abbondanza, il più delle volte finiscono per impoverire il cuore.
Economia domestica ‘sostenibile’ vuol dire:
• Lasciare il lavoro fuori dalla porta di casa. Non è vero che più si produce e più si sta meglio, se mancano le relazioni umane. Al giorno d’oggi può essere necessario dover aggiungere del ‘lavoro extra’ per sopravvivere, l’importante è che ci sia sempre spazio da dedicare alla famiglia e ai suoi bisogni immateriali.
• Ascoltare con il cuore, non solo con le orecchie
• Rendersi conto che il tempo che viviamo deve essere veramente nostro. Occorre non sciuparlo, non appaltarlo, non svenderlo e non perderlo; rendersi conto che il tempo che viviamo deve essere veramente nostro. Fare “attenzione” a come gli altri ci propongono di utilizzare il tempo.
LE CINQUE “ERRE”
Consumare meno non vuol dire privarsi del necessario: vuol dire saper individuare cosa lo è veramente, liberandosi degli sprechi e degli eccessi. Consumare meno vuol dire Consumare meglio e quindi saper sfruttare al massimo ogni risorsa ed ogni materia prima. E quindi risparmiare sia denaro che tempo, da rimettere in circolo per gli affetti, le relazioni sociali, il volontariato, l’essere persona.
La ricetta giusta per un consumo sostenibile? Quella delle cinque R: Rinuncia, Riduci, Recupera, Ricicla/Riutilizza, Regala.
Rinuncia
Consumare meno e meglio non vuol dire privarsi del necessario: vuol dire saper individuare cosa lo è veramente, liberandosi del superfluo. Ma anche evitare di comprare ciò che si riesce ad ottenere in modo diverso (Link utili: idee per vivere al naturale www.superfluonecessario.it – Via il superfluo! www.guadagnorisparmiando.com – Un anno senza acquisti www.ideetascabili.it).
Riduci
Consumare meno e meglio vuol dire ridurre gli sprechi e gli eccessi, ridurre l’energia elettrica, i rifiuti (Link utili: vivere a rifiuti zero www.tuttogreen.it)
Recupera
la manualità: aggiusta cioè che è possibile, per evitare di comprare nuovamente. Recupera la gioia di fare e magari di farlo insieme agli altri o per gli altri.
Ricicla/Riutilizza
Consumare meno vuol dire Consumare meglio e quindi saper sfruttare al massimo ogni risorsa ed ogni materia prima. Vuol dire anche dare una nuova vita a tutto quello che ha concluso il proprio ciclo. (Link utili: sull’Economia circolare www.edizioniambiente.it – Centri di riuso in Umbria www.ansa.it)
Regala
Il tempo risparmiato, mettilo a disposizione. Non solo per te stesso, ma anche per gli affetti, le relazioni sociali, il volontariato, l’essere persona (Link utili: Manuale per l’autosufficienza altreconomia.it – Banca del tempo www.associazionenazionalebdt.it)
Superare la cultura dello scarto e del consumo: la risorsa rifiuti
Enzo Favoino, Economia circolare e strategia “Rifiuti zero” (di Arpa Umbria)
(Perugia, 5 Febbraio 2016)
Descrizione: Enzo Favoino, della Scuola agraria del Parco di Monza e Presidente del Comitato Scientifico Rifiuti Zero Europa, intervenendo al convegno “La gestione dei rifiuti”, parla di economia circolare, strategie nazionali, buone pratiche “rifiuti zero”, ponendo l’attenzione su approcci, risultati e benefici.
Esperienze di consumo responsabile
A TV 2000 a Siamo noi si parla di Consumo Responsabile
– Storie di chi ha cambiato stile di vita (32 minuti)
Che cosa è l’economia circolare
https://www.youtube.com/watch?v=KFe9_gxZF58
Vivere senza fare la spesa
Vivere con poco e vivere bene
Vivere con 5 Euro al giorno
da Laudato si’ nn. 203-205
La cura della casa comune passa attraverso la rinuncia al consumismo e la ricerca di una felicità diversa.
203. Dal momento che il mercato tende a creare un meccanismo consumistico compulsivo per piazzare i suoi prodotti, le persone finiscono con l’essere travolte dal vortice degli acquisti e delle spese superflue. Il consumismo ossessivo è il riflesso soggettivo del paradigma tecno-economico. Accade ciò che già segnalava Romano Guardini: l’essere umano «accetta gli oggetti ordinari e le forme consuete della vita così come gli sono imposte dai piani razionali e dalle macchine normalizzate e, nel complesso, lo fa con l’impressione che tutto questo sia ragionevole e giusto».[144] Tale paradigma fa credere a tutti che sono liberi finché conservano una pretesa libertà di consumare, quando in realtà coloro che possiedono la libertà sono quelli che fanno parte della minoranza che detiene il potere economico e finanziario. In questa confusione, l’umanità postmoderna non ha trovato una nuova comprensione di sé stessa che possa orientarla, e questa mancanza di identità si vive con angoscia. Abbiamo troppi mezzi per scarsi e rachitici fini.
204. La situazione attuale del mondo «provoca un senso di precarietà e di insicurezza, che a sua volta favorisce forme di egoismo collettivo». Quando le persone diventano autoreferenziali e si isolano nella loro coscienza, accrescono la propria avidità. Più il cuore della persona è vuoto, più ha bisogno di oggetti da comprare, possedere e consumare. In tale contesto non sembra possibile che qualcuno accetti che la realtà gli ponga un limite. In questo orizzonte non esiste nemmeno un vero bene comune. Se tale è il tipo di soggetto che tende a predominare in una società, le norme saranno rispettate solo nella misura in cui non contraddicano le proprie necessità. Perciò non pensiamo solo alla possibilità di terribili fenomeni climatici o grandi disastri naturali, ma anche a catastrofi derivate da crisi sociali, perché l’ossessione per uno stile di vita consumistico, soprattutto quando solo pochi possono sostenerlo, potrà provocare soltanto violenza e distruzione reciproca.
205. Eppure, non tutto è perduto, perché gli esseri umani, capaci di degradarsi fino all’estremo, possono anche superarsi, ritornare a scegliere il bene e rigenerarsi, al di là di qualsiasi condizionamento psicologico e sociale che venga loro imposto. Sono capaci di guardare a sé stessi con onestà, di far emergere il proprio disgusto e di intraprendere nuove strade verso la vera libertà. Non esistono sistemi che annullino completamente l’apertura al bene, alla verità e alla bellezza, né la capacità di reagire, che Dio continua ad incoraggiare dal profondo dei nostri cuori. Ad ogni persona di questo mondo chiedo di non dimenticare questa sua dignità che nessuno ha diritto di toglierle.