Si fa presto a dire amore!
A volte certe parole, per l’abuso che se ne fa, perdono di significato; assomigliano a frutti maturati in magazzino, belli a vedersi, ma che non sanno di niente. La parola “amore” oggi viene usata talmente tanto e per indicare relazioni così diverse, che non ci raccapezziamo più. In nome dell’amore tutto si giustifica: “Se si vogliono bene…”; “ Se sono felici così…”. Si cita volentieri sant’Agostino: “Ama e fa’ quel che vuoi!”. Non ci domandiamo, però, quando e a quali condizioni l’amore possa dirsi autentico, capace cioè di produrre la piena realizzazione della persona. Papa Francesco ci ha donato l’esortazione apostolica Amoris Laetitia per aiutarci a recuperare il senso e il valore di un amore capace di dare gioia, perché vero, genuino e saporito; proprio come una pesca matura colta a tempo debito. Nel capitolo quarto egli propone una serie di parole, tratte dall’Inno all’amore di san Paolo, che ne qualificano l’autenticità. Un amore è vero quando è paziente, benevolo, umile…; altrimenti è tale solo in superficie, in alcuni aspetti o per alcuni sentimenti. Un amore che, alla fine, non sa di niente.
†Paolo Giulietti
Quando san Paolo descriveva l’amore (1Cor 13, 4-7), doveva aver in mente la pratica quotidiana che se ne fa in famiglia. L’amore ha il sapore delle cose piccole e quotidiane, praticate giorno dopo giorno con tenacia e costanza. Di esse si nutre e diventa grande e robusto. Per questo la famiglia è la palestra dell’amore. L’amore non è difficile perché è qualcosa di lontano e complicato; è difficile perché vuole stare fin troppo vicino a noi e ci interpella nelle cose e nei gesti più semplici. Nel praticarlo si sperimenta e se ne gusta il buon sapore: quando si capisce che non vince chi ha ragione ma si vince quando si costruisce qualcosa insieme; quando si può contare su qualcuno e la casa diventa il luogo degli affetti con cui ricaricare le energie. Una volta sperimentato, l’amore “non verrà mai meno” e sarà la moneta su cui valutare ciò che nella vita conta.
Flavia Marcacci e Roberto Contu
——> LE PAROLE <——
Consapevolezza: crescere nel vero amore
Pazienza: accettare l’altro così com’è
Benevolenza: la felicità di donare
Umiltà: saper gioire del bene
Amabilità: mettere il bene in evidenza
Perdono: vivere senza rancore
Fiducia: rinunciare al controllo
Speranza: certezza del bene futuro
Sopportazione: spezzare le catene del male
——> GLI AUTORI <——
Roberto Contu e Flavia Marcacci hanno 40 anni e sono sposati da 15. Hanno tre figli: Francesco di 14, Maria Sole di 11 e Giovanni di 6 anni. Sono una delle nove coppie fondatrici del Centro familiare Casa della Tenerezza dove in particolare svolgono attività di formazione e sostegno alle giovani coppie. Roberto insegna Italiano e Storia, è convinto che quello dell’insegnante sia il mestiere più bello del mondo. Svolge anche attività di ricerca nell’ambito della Letteratura italiana contemporanea. Nel tempo libero suona la chitarra e scrive. Flavia si occupa di Storia e Filosofia della Scienza, insegna presso la Facoltà di Filosofia della Pontificia Università Lateranense, collabora anche con l’Istituto Teologico di Assisi. Nel tempo libero prova a rendere più logica la casa, ma Maria Sole è già molto più brava di lei.
Preghiera alla Santa Famiglia
(Amoris Laetitia numero 325)
Gesù, Maria e Giuseppe,
in voi contempliamo lo splendore del vero amore,
a voi, fiduciosi, ci affidiamo.
Santa Famiglia di Nazaret,
rendi anche le nostre famiglie
luoghi di comunione e cenacoli di preghiera,
autentiche scuole di Vangelo
e piccole Chiese domestiche.
Santa Famiglia di Nazaret,
mai più ci siano nelle famiglie
episodi di violenza, di chiusura e di divisione;
che chiunque sia stato ferito o scandalizzato
venga prontamente confortato e guarito.
Santa Famiglia di Nazaret,
fa’ che tutti ci rendiamo consapevoli
del carattere sacro e inviolabile della famiglia,
della sua bellezza nel progetto di Dio.
Gesù, Maria e Giuseppe,
ascoltateci e accogliete la nostra supplica.
Amen.