Pensato in occasione del Giubileo straordinario della misericordia, proclamato da Papa Francesco nel 2015 per mezzo della bolla pontificia Misericordiae Vultus, l’opuscolo raccoglie le riflessioni di Mons. Paolo Giulietti, Vescovo ausiliare di Perugia e Città della Pieve, in merito alle opere di misericordia.
Il breve percorso che viene presentato rappresenta un richiamo alla riflessione su di esse in particolar modo necessaria in un mondo molto cambiato rispetto al periodo (sec. XII-XIV) in cui le opere furono sistematizzate come formula per l’istruzione catechistica del popolo.
Il sussidio pertanto si propone di aiutare a rileggere le quattordici opere (consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste, pregare Dio per i vivi e per i morti, dare da mangiare agli affamati, dar da bere agli assetati, vestire gli ignudi, alloggiare i pellegrini, visitare gli infermi, visitare i carcerati, seppellire i morti) per attualizzarle e riproporle come guida per la prassi della carità cristiana.
Nel compendio ogni opera viene approfondita, anche con l’aiuto del riferimento di un passo del Nuovo Testamento e di un’immagine evocativa, cominciando dalle sette opere di misericordia spirituale per poi proseguire con le sette di misericordia corporale.
Pensato per essere portato dai parroci nelle famiglie, in occasione delle benedizioni pasquali, il libretto può essere usato anche in attività formative nelle scuole come nelle parrocchie, con i ragazzi, ma anche con gli adulti.
Autore: Paolo Giulietti
Anno di pubblicazione: 2016
Pagine: 31 pp.
Editore: Chiesa San Severo a Porta Sole – La Voce
Formato: 15 x 15 cm – Opuscolo – Con illustrazioni
ISBN: 978-88-89138-27-4
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Una sintetica premessa contestualizza la riflessione sulle opere all’interno dell’evento del Giubileo straordinario fornendo la ratio della sua indizione nelle parole di Papa Francesco che, nella lettera apostolica Misericordia et Misera, a conclusione dello stesso, nel novembre del 2016, ebbe a dire:
“Siamo chiamati a far crescere una cultura della misericordia, basata sulla riscoperta dell’incontro con gli altri: una cultura in cui nessuno guarda all’altro con indifferenza né gira lo sguardo quando vede la sofferenza dei fratelli. Le opere di misericordia sono «artigianali»: nessuna di esse è uguale all’altra; le nostre mani possono modellarle in mille modi, e anche se unico è Dio che le ispira e unica la «materia» di cui sono fatte, cioè la misericordia stessa, ciascuna acquista una forma diversa.
Le opere di misericordia, infatti, toccano tutta la vita di una persona. È per questo che possiamo dar vita a una vera rivoluzione culturale proprio a partire dalla semplicità di gesti che sanno raggiungere il corpo e lo spirito, cioè la vita delle persone. È un impegno che la comunità cristiana può fare proprio, nella consapevolezza che la Parola del Signore sempre la chiama ad uscire dall’indifferenza e dall’individualismo in cui si è tentati di rinchiudersi per condurre un’esistenza comoda e senza problemi.
«I poveri li avete sempre con voi» (Gv 12,8), dice Gesù ai suoi discepoli. Non ci sono alibi che possono giustificare un disimpegno quando sappiamo che Lui si è identificato con ognuno di loro. […] Questo è il tempo della misericordia. Ogni giorno del nostro cammino è segnato dalla presenza di Dio che guida i nostri passi con la forza della grazia che lo Spirito infonde nel cuore per plasmarlo e renderlo capace di amare. È il tempo della misericordia per tutti e per ognuno, perché nessuno possa pensare di essere estraneo alla vicinanza di Dio e alla potenza della sua tenerezza.
È il tempo della misericordia perché quanti sono deboli e indifesi, lontani e soli possano cogliere la presenza di fratelli e sorelle che li sorreggono nelle necessità. È il tempo della misericordia perché i poveri sentano su di sé lo sguardo rispettoso ma attento di quanti, vinta l’indifferenza, scoprono l’essenziale della vita. È il tempo della misericordia perché ogni peccatore non si stanchi di chiedere perdono e sentire la mano del Padre che sempre accoglie e stringe a sé”.
Mons. Paolo Giulietti è Vescovo ausiliare di Perugia – Città della Pieve