Spunti di riflessione sull’operare cristiano e sull’idea del lavoro secondo la dottrina sociale della Chiesa raccolti in un breve sussidio che si augura di poter fornire piccole tracce da seguire per un ulteriore approfondimento sul tema, per ricordare e risvegliare una concezione dell’operare che muovendo dalla fede, trovi in essa la radice e la linfa capace di trasformare la cultura del lavoro e le modalità della sua espressione.
Una concezione, quella cristiana, che così bene aveva sintetizzato il Beato Giovanni Paolo II in occasione di un convegno sul tema:“dall’attuale complessità delle esperienze del lavoro emergono esigenze sempre più forti di un recupero e di una riscoperta del significato umano del lavoro, in primo luogo del suo valore spirituale e morale. Quanto più si diversificano i luoghi delle esperienze umane, tanto più aumentano le difficoltà degli uomini del nostro tempo a ricondurre ad unità di senso le varie esperienze che essi fanno nei diversi luoghi, dove la loro vita sociale e lavorativa si sviluppa”.
E più oltre “L’unico senso unitario spesso viene dato, purtroppo, da interessi di tipo esclusivamente materiale, ciò spiega perché il lavoro non viene considerato luogo e mezzo di perfezionamento della propria personalità, ma viene svuotato del suo valore intrinseco. È una situazione, questa, che richiede un’accurata analisi circa i tempi, i modi, i luoghi e prodotti del lavoro umano nella società del benessere per comprenderne i disagi, le inquietudini, le ingiustizie, e, quel che più conta, le speranze soffocate e che fanno esplodere le contraddizioni della concezione materialistica ed economicistica. Dalla Rerum Novarum ad oggi la dottrina sociale della Chiesa ha sempre riproposto il valore del lavoro a partire dal valore dell’uomo: il lavoro, cioè, non consiste in un rapporto esclusivo con le cose, ma prende significato dal fatto che, attraverso l’agire sulle cose, contribuisce in maniera determinata alla realizzazione della persona ed alimenta rapporti di solidarietà tra gli uomini e degli uomini con il creato”.
E ancora evidenziando la necessità di un nuovo modo di intendere il l’operare: “Una nuova cultura del lavoro è possibile a partire dalla riscoperta di questo significato integrale del lavoro, che ho proposto nella Lettera Enciclica Laborem Exercens, distinguendo tra senso oggettivo e senso soggettivo del lavoro. L’uomo lavoratore è, nella prospettiva cristiana, un collaboratore della creazione, un realizzatore del piano di Dio. I cristiani, dunque, ricchi della propria fede, animati dalla loro speranza, testimoni di carità possono portare una consapevolezza e una coscienza nuova, anche se antica, nel lavoro e nella sua collocazione all’interno della vita sociale, coltivando e approfondendo le loro competenze, mossi dallo Spirito che è principio di vita.”
Il breve compendio raccoglie anche, in appendice, alcune preghiere come guida alla meditazione:
-Atto di fede
-Ciò che credo
-L’uomo vivente è la gloria di Dio
-Il filo segreto
-A San Giuseppe, patrono dei lavoratori
-Preghiera per il lavoro
-Preghiera nelle difficoltà economiche
-Dammi, Signore un’ala di riserva
Pensato per essere portato dai parroci nelle famiglie, il libretto può essere usato anche in attività formative nelle scuole come nelle parrocchie, con i ragazzi, ma anche con gli adulti.
Autore: Ufficio diocesano di Pastorale sociale
Anno di pubblicazione: 2013
Pagine: 16 pp.
Editore: Chiesa San Severo a Porta Sole – La Voce
Formato: 15,5 x 10 cm – Opuscolo – Con illustrazioni