Nello stesso giorno Banca d’Italia e Cgil, incontrando separatamente i giornalisti, hanno illustrato un loro rapporto e le loro valutazioni sulla situazione e prospettive della economia in Umbria.
Con conclusioni sostanzialemente analoghe: le nostre aziende, faticosamente, hanno superato la crisi del 2008, ricreando lavoro, anche se ci sono ancora più di 35.000 disoccupati. Con una crescita, in termini di produttività ed occupazione, percentualmente inferiore alla media italiana ed a quelle delle altre regioni del Centro e che ci vede ancora un po’ più poveri di dieci anni fa e con l’indebitamento delle famiglie che aumenta.
I numeri comunque dicono che il peggio è passato, ma per il futuro le incertezze sono tante e stanno già frenando la crescita economica. Gli imprenditori sono diventati più prudenti, si guardano intorno ed intanto hanno smesso di investire.
“Oggi – ha detto il direttore della filiale perugina della Banca d’Italia, Nicola Barbera – il panorama è soleggiato ma all’orizzonte si intravedono nubi scure. I fattori di incertezza interni ed internazionali (tensioni commerciali, la guerra dei dazi, lo spread che sale) hanno consigliato di aprire gli ombrelli e così sono calati il credito alle imprese ed i loro investimenti”.
“L’economia umbra mostra alcuni segnali positivi, ma la montagna da scalare è ancora molto alta se si considera che in 10 anni si sono persi oltre 16 punti di Pil (continua a leggere sull’edizione digitale de La Voce, basta registrarsi).
Enzo Ferrini