‘La cruna di un ago può diventare abbastanza larga per farvi entrare anche un ricco’. Lo sostiene Ettore Gotti Tedeschi, banchiere, economista e docente di Etica economica alla Cattolica di Milano, autore del volume Denaro e paradiso, che, qualche sera fa, nella sala dei Notari, ha presentato il libriccino di storia economica Benedetta economia. Benedetto di Norcia e Francesco d’Assisi nella storia economica europea di Luigino Bruni e Alessandra Smerilli. Mai il cristianesimo ha condannato il possesso di beni e il giusto uso del denaro! I monasteri benedettini, secondo Gotti Tedeschi, sono stati nell’antichità delle vere e proprie ‘silicon valley’: centri di invenzione e produzione, motori di sviluppo dell’economia feudale. I maestri del passatoIl movimento francescano, nell’età di mezzo, ha accompagnato la nascente economia capitalista dei piccoli artigiani e commercianti. ‘I francescani, tuffati dentro le città, a contatto con le attività più impellenti della vita, in tempi in cui vedono imporsi la borghesia mercantile, portano a compimento il progetto di inserire la pullulante e operosa vita cittadina all’interno dell’etica cristiana’ (Dario Antiseri). È a loro che dobbiamo la formulazione di concetti quali: utilità sociale della mercatura, remunerazione del prestito, produttività del denaro, valore economico, giusto prezzo, cambio, sconto; e sul piano pratico, la creazione dei Monti di pietà e dei Monti frumentari, per combattere usura e carestie. All’inizio dell’età moderna, subito dopo la scoperta dell’America, i teologi domenicani e francescani, riuniti intorno alla ‘Scuola di Salamanca’, hanno ragionato sulla vita economica e sui grandi scambi di merci, fondando le basi del diritto commerciale internazionale. La Riforma protestante, specie quella calvinista, può aver avuto un ruolo propulsore dell’attività capitalistica nell’Europa del nord, ma le basi teoretiche le avevano gettate i teologi medievali. Purtroppo le tremende guerre di religione all’inizio del ‘600, lo spirito illuministico della Rivoluzione francese, il marxismo e poi l’utilitarismo hanno allontanato, nel corso dei secoli, l’attività economica dall’etica cristiana. I mali contemporaneiVenendo ad una riflessione sull’attuale situazione finanziaria mondiale, Gotti Tedeschi ha indicato l’origine di tale crisi nel crollo delle nascite, favorito dai governi e dalle multinazionali (le ‘sette sorelle’) a metà anni Settanta. Si pensava fossimo troppi in questo mondo, e che non ci fosse pane per tutti. Così, venendo meno la forza lavoro e aumentando l’indice di invecchiamento della popolazione, la crescita del Pil dei Paesi occidentali è passata, nel giro di trent’anni, dal 4% all’1% e poi allo zero. Vista la triste situazione, l’Amministrazione americana (leggi governo George W. Bush) ha pensato bene di accelerare la crescita favorendo l’edilizia e l’acquisto della prima casa: sogno atavico di ogni americano. Mutui agevolatissimi, a trenta/quarant’anni, senza garanzie e soprattutto sproporzionati rispetto le reali possibilità della classe medio-piccola americana, hanno portato al fallimento di banche e agenzie finanziarie con sconvolgimenti planetari. Ogni crisi, anche economica, ha fatto capire Ettore Gotti Tedeschi, in fondo, è una crisi morale’
Economia francescana
Presentato a Perugia il libro 'Benedetta economia'
AUTORE:
Amilcare Conti