Più d’una notizia, da qualche tempo, ci sta sollecitando a riflettere sulla situazione dell’economia, delle sue leggi, del suo assetto nazionale e mondiale. Le turbolenze finanziarie negli Usa hanno conseguenze anche in casa nostra e ci obbligano a prendere coscienza che, nell’economia globalizzata, siamo legati a filo doppio. La crisi dell’Alitalia a stento rientrata è stata vissuta come un dramma economico nazionale. Le prospettive poco rassicuranti di alcune industrie nella nostra regione (Merloni) fanno balenare lo spettro della disoccupazione per un gran numero di lavoratori. Da tanti si fa appello a una nuova regolazione dell’economia. Ovviamente nessuno pensa più a forme di dirigismo o intervento statale invasivo. Ma anche nessuno pensa più che, lasciando le briglie sciolte al Mercato, ne possano derivare solo vantaggi. Occorre trovare un nuovo equilibrio. La dottrina sociale della Chiesa, proprio in questo senso, ha sviluppato nei decenni una riflessione organica, che merita di essere conosciuta e assimilata. Purtroppo, persino molti credenti hanno la convinzione che la vita cristiana abbia poco a che fare con le questioni sociali. L’annuncio evangelico, al contrario, è messaggio di salvezza integrale, che si indirizza allo spirito dell’uomo, ma anche alla sua esistenza storica, personale e sociale. Certamente, nel Vangelo non si troveranno formule economiche o proposte politiche. Si troverà però uno spirito, un insieme di valori, che spetta alla vita economica e politica declinare in forme operative adatte ai diversi contesti. Uno dei princìpi fondamentali, è che l’economia non può sottrarsi all’etica. Lo spiegava, anche dal punto di vista della scienza economica, uno dei più grandi pensatori che il cattolicesimo italiano abbia avuto, Giuseppe Toniolo, il fondatore delle Settimane sociali. In una delle sue prime lezioni universitarie ‘ era professore di Economia ‘ sosteneva che l’etica è ‘fattore intrinseco’ delle leggi economiche. Dando questa lezione, nel lontano 1873, egli faceva una scelta controcorrente rispetto alla scienza economica del tempo, ispirata al più largo liberismo. Toniolo mostrò che l’homo oeconomicus è un’astrazione, e un’astrazione pericolosa, giacché in concreto esiste l’uomo nella sua globalità, e l’uomo non può vivere senza un’etica. Pertanto, anche quando si definiscono le leggi economiche, o si fa appello ad esse, non si può prescindere dal fatto che, a seconda dei valori, dei sentimenti, delle opzioni etiche, le stesse leggi saranno diversamente applicate e daranno diversi esiti. Non sarà lo stesso tipo di economia quella che si incardina su un’etica della solidarietà e quella che invece si ispira al più crasso materialismo, ignaro dei bisogni altrui. È un discorso decisivo per stabilire appropriate regole del mercato globale. All’etica della solidarietà devono ispirarsi le espressioni di una sana imprenditorialità, chiamata a considerare i lavoratori come persone, e non come una forza-lavoro che si possa trattare con il metodo ‘usa e getta’. I lavoratori, dal loro canto, devono sapere che la partecipazione responsabile in vista del bene comune è la condizione per cercare soluzioni nei momenti in cui l’azienda navigasse in cattive acque. Occorre, per tutti, il coraggio di misurarsi con queste problematiche etico-sociali, facendole diventare cultura e sensibilità generale.
Economia e solidarietà
Parola di Vescovo
AUTORE:
' Domenico Sorrentino