Ecco i giorni della Settimana Santa, “cuore” dell’Anno liturgico

Si avvicina la Pasqua del Signore preceduta dalla Settimana Santa e per riflettere su quest’ultima è necessaria una premessa: il mistero di Cristo che celebreremo in questi giorni, attraverso la liturgia viene reso presente ed attuale, pur essendo accaduto “una volta per sempre” (Eb 10, 10); pertanto, tutto il popolo di Dio diviene contemporaneo a quell’accadimento.

È per questo che la Settimana Santa diventa per i cristiani di oggi l’incamminarsi con il Messia nel suo ultimo pellegrinaggio verso Gerusalemme per la festa di Pasqua (cfr. Mt 21; Mc 11; Lc 19; Gv 12).

Della “Grande settimana”, antico epiteto dato ai giorni che precedono la Pasqua, abbiamo testimonianza da Egeria, donna pellegrina a Gerusalemme nel IV secolo, che nel suo diario di viaggio racconta della liturgia gerosolimitana dalla domenica precedente la Pasqua. Con il passare del tempo i riti celebrati nella Città Santa, dove si potevano ben ripercorrere gli ultimi giorni di vita di Gesù e la sua risurrezione nei luoghi dove si compirono, vennero assunti dalle diverse chiese d’Oriente e d’Occidente.

Oggi nella liturgia

Domenica delle Palme

Così, oggi la Settimana Santa si apre nella Domenica delle Palme. In questo giorno si commemora l’ingresso di Gesù a Gerusalemme attraverso la benedizione dei ramoscelli di ulivo o di palma – possibilmente all’esterno della chiesa – che richiamano le fronde con cui venne accolto Gesù, e viene proclamato il brano evangelico che riporta l’accaduto (Mt 21, 1-11 o Mc 11, 1-10 o Gv 12, 12-16 o Lc 19, 28-40).

Segue la processione con la quale si entra in chiesa per celebrare l’eucarestia, ad imitazione della folla che entrò in Gerusalemme al seguito del Cristo.

Nella Messa viene poi proclamata la Passione del Signore (Mt 26, 14 – 27, 66 o Mc 14, 1 – 15, 47 o Lc 22, 14 – 23, 56), preludio e anticipazione di ciò che verrà celebrato nel Triduo Pasquale, centro e vertice di tutto l’Anno liturgico.

I primi tre giorni della Settimana santa

Ma prima del Triduo ci sono tre giorni, il lunedì, il martedì ed il mercoledì, nei quali i vangeli letti nella celebrazione eucaristica narrano gli antefatti alla passione (Gv 12, 1-11) e il tradimento di Giuda (Gv 13, 21-33.36-38; Mt 26, 14-25), quasi a dire che è giunto il momento per ogni cristiano di scegliere: seguire nella via dolorosa il Cristo, per passare con lui dalla morte alla vita, o rimanere intrappolati nelle tenebre dell’errore.

Settimana Santa: il Giovedì

Il Giovedì santo con la Messa nella Cena del Signore si celebra l’inizio del sacro Triduo, che troverà la sua conclusione nei Secondi vespri della Domenica di risurrezione ed ha il suo centro nella Veglia pasquale.

In questo primo giorno di triduo si fa memoria dell’Ultima Cena, ricordando ritualmente il momento in cui Gesù insieme agli apostoli anticipa nel pasto pasquale il sacrificio della croce. Da questo momento, fino alla Grande veglia pasquale, nella Chiesa non si celebra più l’eucarestia.

In questa liturgia, dopo l’omelia, si compie anche il rito della lavanda dei piedi ripreso dal racconto di Giovanni (13,1-15) che viene in questa sede proclamato, nel quale Gesù ammonisce i discepoli affinché facciano lo stesso (cfr. v. 15).
Gesù, però, non si riferisce al solo gesto della lavanda ma a tutta la sua vita segnata dalla logica dell’amore agapico che i discepoli di ogni tempo sono chiamati a far propria.

Settimana Santa: il Venerdì

Il cammino prosegue nel Venerdì santo con la commemorazione della passione e morte di Gesù. Nella liturgia della Parola viene proclamata la Passione secondo Giovanni (18,1 – 19, 42). Segue l’adorazione della croce nella quale sia i ministri che il popolo si recano processionalmente verso la croce per genuflettersi o compiere un altro segno di venerazione.

Con questo rito viene adorato il segno della salvezza ed al contempo è mostrata la via da seguire: la croce, infatti, rammenta ai cristiani a partecipare, nell’amore verso il prossimo, al sacrificio di Cristo.

Solo in questo giorno si innalza una lunga e densa Preghiera universale, rispetto a ciò che si è abituati a fare in ogni celebrazione eucaristica, nella quale quest’anno è eccezionalmente introdotta una preghiera per la pace.

Settimana Santa: il Sabato

Nel Sabato santo, invece, non si celebrerà nessuna liturgia, perché è il giorno del grande silenzio, dell’attesa trepidante, della sosta speranzosa di fronte al sepolcro.

Il culmine della Settimana Santa: la Pasqua del Signore Risorto

Il silenzio viene interrotto nella notte con la Veglia pasquale nella quale attraverso i quattro momenti che la caratterizzano si passa dall’attesa trepidante all’esplosione della gioia della resurrezione.

  • Il primo momento è il “lucernario”, con cui la comunità prende consapevolezza che la tenebra è vinta dalla Luce, che il buio del sepolcro ha ceduto il passo al mirabile splendore della Vita.
  • Segue, poi, la liturgia della Parola. Attraverso una ricchezza di letture i fedeli proclamano e meditano le meraviglie che il Signore ha compiuto per il suo popolo, constatando come egli ha portato a compimento le antiche promesse [le letture sono sette dall’Antico Testamento ed i rispettivi salmi o cantici (Gen 1, 1 – 2, 2 e Sal 32/33; Gen 22, 1-18 e Sal 15/16; Es 14, 15 – 15, 1 e Es 15, 1-6a.17-18; Is 54, 5-14 e Sal 29/30; Is 55, 1-11 e Is 12, 2-16; Bar 3, 9-15.32 – 4, 4 e Sal 18/19; Ez 36, 16-17a.18-28 e Sal 41/42 e 42/43), un brano dalla Lettera ai romani (6, 3-11) e il Vangelo (Mt 28, 1-10 o Mc 16, 1-7 o Lc 24, 1-12)].
  • Il terzo momento è la liturgia battesimale nella quale si benedice l’acqua, si celebrare i battesimi dei fanciulli o i riti di iniziazione cristiana degli adulti, si rinnovano le promesse battesimali ed il popolo viene asperso con l’acqua benedetta.
  • La Veglia poi prosegue con la liturgia eucaristica nella quale il popolo che si nutre di Cristo è riunito in un solo corpo con lui per opera della Spirito Santo.

La comunità cristiana, infine, con la messa del mattino di Pasqua percorre l’ultimo tratto del pellegrinaggio recandosi al sepolcro insieme a Maria di Magdala, Pietro e Giovanni (Gv 20, 1-9) per scoprire con meraviglia che esso è vuoto perché, come ricorda la Sequenza di Pasqua, “morte e vita si sono affrontate in un prodigioso duello. Il Signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfa”.

Il testo della Sequenza

In italiano

Alla vittima pasquale,
s’innalzi oggi il sacrificio di lode.
L’Agnello ha redento il suo gregge,
l’Innocente ha riconciliato
noi peccatori col Padre.

Morte e Vita si sono affrontate
in un prodigioso duello.
Il Signore della vita era morto;
ma ora, vivo, trionfa.

«Raccontaci, Maria:
che hai visto sulla via?».

«La tomba del Cristo vivente,
la gloria del Cristo risorto,
e gli angeli suoi testimoni,
il sudario e le sue vesti.
Cristo, mia speranza, è risorto:
precede i suoi in Galilea».

Sì, ne siamo certi:
Cristo è davvero risorto.
Tu, Re vittorioso,
abbi pietà di noi.

In latino

Victimae pascháli laudes
ímmolent christiáni.
Agnus redémit oves:
Christus innocens Patri
reconciliávit peccatóres.

Mors et vita duéllo
conflixére mirándo:

dux vitae mórtuus
regnat vivus.

Dic nobis, Maria,
quid vidísti in via?

Sepúlcrum Christi vivéntis:
et glóriam vidi resurgéntis.
Angélicos testes,
sudárium et vestes.
Surréxit Christus spes mea:
praecédet suos in Galilaéam.

Scimus Christum surrexísse
a mórtuis vere:

tu nobis, victor Rex,
miserére.

L’Inno “Victimae Paschali Laudes”, eseguito dalla Cappella Musicale Pontificia “Sistina”, diretta da Mons. Giuseppe Liberto, nel novembre 2005.