Questa mattina, lunedì 17 agosto, è tornato alla Casa del Padre monsignor Elio Bromuri dopo una grave malattia, che, nelle ultime settimane, lo aveva messo a dura prova nel fisico, ma non nello spirito.
Consapevole del suo male, nell’affrontarlo, ha dato un grande esempio di fede a quanti l’hanno assistito. Fino all’ultimo ha diretto il settimanale La Voce, redigendo l’editoriale del numero in edicola lo scorso 7 agosto (l’ultimo prima della pausa estiva), ma soprattutto ha continuato a dare il suo “benvenuto” a quanti, giovani e meno giovani, vengono ospitati quotidianamente all’ “Ostello-Centro internazionale di accoglienza” nella centralissima via Bontempi di Perugia.
Proprio in questo luogo, fondato da mons. Bromuri mezzo secolo fa insieme a un gruppo di giovani per accogliere persone in difficoltà senza distinzione di nazionalità e religione, come segno concreto di quell’apertura-dialogo avviata dal Concilio Vaticano II, il noto sacerdote perugino si è spento assistito dai suoi amici.
Gli stessi che hanno condiviso con lui buona parte degli oltre sessanta anni della sua proficua e instancabile missione sacerdotale al servizio della Chiesa e del popolo di Dio su vari ambiti pastorali, sociali e culturali.
Il cordoglio della Chiesa – Nell’apprendere la notizia della morte di mons. Bromuri, il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti e il suo vescovo ausiliare mons. Paolo Giulietti esprimono a nome dell’intero Presbiterio perugino-pievese il profondo cordoglio ai familiari, ai collaboratori e a quanti l’hanno conosciuto ed apprezzato per le sue grandi doti umane e spirituali. “Don Elio è un uomo di Dio che sarà ricordato da tutti noi non tanto per le grandi cose che ha fatto – commenta il cardinale Bassetti -, ma per quelle piccole da lui compiute ogni giorno per il bene della Chiesa e della società intera. Anche da questo si coglie lo spessore di quest’uomo e di questo sacerdote, uno dei miei più stretti collaboratori e consiglieri”.
I funerali – L’esequie di mons. Bromuri saranno presiedute da cardinale Bassetti nella cattedrale di San Lorenzo, della quale era canonico, martedì 18 agosto, alle ore 15.30, precedute dalla camera ardente allestita nella chiesa di Sant’Ercolano dal pomeriggio del 17 agosto.
Una vita al servizio – Nel corso dei suoi quasi 85 anni di vita – mons. Bromuri era nato a Deruta l’11 ottobre 1930 – numerosi sono stati i riconoscimenti da lui ricevuti in diversi campi. L’ultimo fu quello dell’iscrizione all’“Albo d’Oro” della città di Perugia, su decisione del Consiglio comunale, il 20 giugno 2010, con la seguente motivazione, che riassume un po’ la sua nutrita biografia: “Laureato in filosofia e teologia, monsignor Bromuri ha dedicato la maggior parte della sua vita all’insegnamento. È stato docente di Ecumenismo presso l’Istituto Teologico di Assisi. Da sempre animatore del dialogo culturale e religioso, monsignor Bromuri ha svolto una rilevante azione pastorale come cappellano della Chiesa dell’Università, fin dalla sua riapertura del 1958 a opera del Rettore Giuseppe Ermini. Per più di vent’anni è stato assistente della FUCI (Federazione universitaria cattolici italiani) e ha dato vita al Meic (Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale). L’impegno rivolto al dialogo interreligioso lo ha portato a fondare il Centro Ecumenico e Universitario San Martino e il Centro internazionale di accoglienza in via Bontempi, già conosciuto come “Ostello di don Elio”, nel quale, ogni anno, vengono accolte gratuitamente centinaia di persone in difficoltà. La sua pluriennale esperienza e il suo impegno umanitario sono stati premiati con numerosi riconoscimenti: da ultimo con la dignità di Protonotario Apostolico concessagli da S.S. Papa Benedetto XVI nel 2008. I suoi insegnamenti trapelano, da anni, dalle pagine del settimanale La Voce di cui Monsignor Elio è direttore”.
Tra i diversi incarichi regionali e diocesani ricoperti negli anni da mons. Bromuri, ricordiamo quelli di coordinatore delle Commissioni CEU per l’Ecumenismo e il dialogo interreligioso e per le Comunicazioni sociali, di vicario episcopale per la cultura dell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, di rettore delle chiese dell’Università degli Studi e di Sant’Ercolano del Sodalizio di San Martino e di direttore degli Uffici diocesani per la Pastorale universitaria, per l’Ecumenismo e il dialogo interreligioso e per Comunicazioni sociali.
In quest’ultimo settore è stato intenso il suo impegno, soprattutto nel rilancio de La Voce, ottenendo alcuni anni fa il “premio alla carriera” da parte dell’Ordine regionale dei Giornalisti, al cui “elenco dei pubblicisti” era iscritto da trenta anni. È stato anche docente presso l’Università per Stranieri e di Storia e Filosofia al liceo-ginnasio statale “Mariotti” di Perugia.
Mons. Bromuri è stato un uomo e un sacerdote dal grande “spirito laico” che emergeva con nitidezza anche dai suoi innumerevoli editoriali ed articoli pubblicati dal “suo” settimanale, che l’ha avuto come direttore dal 1984, e dall’Agenzia di stampa «SIR» della CEI, per la quale collaborava da anni.
Uno spirito aperto al dialogo – L’Ufficio stampa diocesano di Perugia, nella consapevolezza di aver perso una guida e un maestro prezioso, saluta mons. Bromuri evidenziando il suo spirito dialogante e laico, ricordando le sue parole pronunciate in occasione dell’iscrizione all’“Albo d’Oro”.
Nel ringraziare le autorità cittadine mise in risalto il legame tra la comunità civile e quella religiosa perugina; un legame che, pur non cancellando la storia, ha superato ormai da tempo le divisioni del passato nel rispetto delle proprie posizioni e ruoli.
“Non possiamo fare a meno gli uni degli altri – disse mons. Bromuri – siamo talmente vicini (la cattedrale e il palazzo comunale si affacciano sulla stessa piazza…) e coinvolti nella comune attività di carattere sociale, culturale e di sviluppo della città che dobbiamo sempre più rapportarci in maniera collaborativa.
Noi facciamo un lavoro aperto a 360 gradi, al dialogo, alla comprensione sia tra i cristiani sia tra le diverse religioni sia anche con il mondo laico, perché abbiamo un obiettivo comune, quello di fondare una società che assomigli il più possibile alla città di Dio. Non pretendo tanto, ma almeno che ci sia un orientamento verso una città nella quale si possa veramente vivere da umani e da cristiani nel rispetto della dignità e dei valori fondanti nella nostra tradizione culturale”.
Un giorno, all’Istituto Teologico di Assisi entrò in classe un professore nuovo, Don Elio Bromuri. Parlava di una materia particolare: l’ Ecumenismo. Le sue parole di dialogo e amicizia anche verso chi si era staccato dalla Chiesa e provocato gravi problemi all’unità del cristianesimo mi aprirono orizzonti nuovi. Da allora questa fu l’unica cosa che mi interessò veramente. Poi, lo conobbi come direttore de La Voce. La sua serietà, competenza e fermezza nell’affrontare le notizie mi stupì. Anche qui Don Elio lasciò un segno profondo.So che anche dall’alto sarai una guida per chi ti ha seguito e amato. Chi ti ha conosciuto non è rimasto lostesso.
Un ricordo con immenso affetto anche da parte di chi non gli è potuto rimanere accanto negli ultimissimi giorni.
In un’intervista di un annetto fa, don Elio disse che sulla sua tomba avrebbe voluto scritto: “Non ha fatto grandi cose, ma le ha sempre fatte”.
Ha fatto tante buone cose, e le ha sempre fatte.
Sia benedetto chi è stato una benedizione.
Ho conosciuto Don Elio quando, studiando all’università alla fine degli anni ’70, frequentavo la cappella universitaria, e poi il centro S.Martino sempre all’avanguardia nell’affrontare tematiche importanti. Venivo da Capri e qui sono tornata, ma l’ho sempre ricordato. Ho il suo sorriso e la sua risata nel cuore! Mi unisco a tutti gli amici e parenti nel dirgli “arrivederci”.
Amalia Cioffi
Caro, carissimo don Elio! Quanto sei stato presente, anche solo con un sorriso o con una parola scherzosa, nei miei 59 anni! Dall’Istituto Teologico alla mattina del Sabato Santo, l’ultima volta in cui ti ho visto e ho potuto scambiare due parole con te! Rimani nel mio cuore per tutto ciò che ho avuto modo di apprezzare, ma soprattutto per il tuo sorriso! Ringrazio il Signore che mi ha permesso di incontrarti e ringrazio te!