Si è conclusa l’attività del Csi nelle scuole, e i comitati di Perugia e Foligno organizzano ormai da anni una festa sportiva conclusiva. L’attività dei due comitati raggiunge ormai quasi 4.000 ragazzi, dando loro la certezza di fare un’attività sportiva di base che li aiuta a crescere e a diventare uomini e cittadini del domani.
Da anni, il Centro sportivo italiano riserva un’attenzione particolare alle scuole, promuovendo progetti e coinvolgendo istituti e Direzioni didattiche. “La scuola – afferma Alessandro Rossi, presidente del comitato di Terni – è una delle nostre priorità, poiché crediamo fortemente che la promozione dello sport si faccia a partire dai più giovani. Ma siamo altrettanto consapevoli che l’Italia è in ritardo rispetto agli altri Paesi per ciò che riguarda l’Educazione fisica nelle scuole”.
Tra i vari progetti promossi dal Csi c’è Stand Up . L’iniziativa, avviata a ottobre 2014 e terminata il 15 maggio scorso con le fasi finali, era rivolta ai ragazzi delle scuole medie. Lo scopo è racchiuso già nel titolo del progetto che, tradotto, significa “alzati in piedi”. “L’obiettivo – spiega Rossi – è invitare i bambini a vincere la sedentarietà e ad adottare stili di vita più sani. Il progetto Stand Up può essere considerato innovativo – prosegue Rossi – perché abbraccia 9 diverse discipline, non tutte tradizionali: basket, calcio-tennis, disco-tennis, hockey, palla-tennis, pallamano, tennis dolce, volano, volley. Solitamente, alle scuole si presentano progetti mono-sport.
Con questa alternanza di attività, miriamo a evitare la ripetitività, una delle principali cause per le quali i bambini abbandonano lo sport precocemente. Inoltre, attraverso questa offerta polisportiva i bambini hanno una più ampia scelta e, pertanto, si riduce la possibilità che si sentano incapaci di praticare uno sport che sentono come imposto. Il messaggio che vogliamo trasmettere è che tutti devono giocare, nessuno rimane in panchina, e nessuno è meno bravo”.
Le 16 scuole della provincia di Perugia aderenti hanno accolto positivamente questa iniziativa, che coinvolge circa 2.000 alunni. Inoltre, Stand Up ha dimostrato di essere un progetto di integrazione, capace di coinvolgere anche i ragazzi diversamente abili o con altri tipi di difficoltà. A confermarlo è Vincenzo Besti, insegnante di Educazione fisica: “Stand Up ha un’incredibile potenza aggregativa. Ogni volta che l’ho promosso, ho notato con piacere che tutte le diversità sono state piacevolmente annullate. Infatti, i ragazzi con le difficoltà più disparate, partecipando e giocando insieme agli altri bambini, si sono sentiti coinvolti e pienamente integrati. Proprio per questo, a Stand Up aggiungo sempre come sottotitolo ‘sport come integrazione’, poiché dà a tutti la possibilità di partecipare, da chi di solito rimane a guardare a chi ha l’attività fisica nel sangue. Lo sport è anche questo, pertanto non è solo talento: non tutti possono essere numeri 1, né tutti numeri 10”.
L’insegnante è apparso particolarmente entusiasta dell’edizione 2015. “Quest’anno – dice ancora Besti – abbiamo addirittura portato alle fasi finali una squadra con un bambino affetto da sindrome di Down. È stato gratificante, e anche emozionante, vedere come il ragazzo sia stato supportato e aiutato dai suoi compagni. Questo è uno dei segnali concreti che dimostrano la forza di questo progetto”.