La Presidente del Consiglio ha detto – con il tono deciso che le è proprio – che d’ora in avanti non ci sarà remissione per chi trasgredisce la legge: “Non siamo la Repubblica delle banane!”. Il suo elettorato sarà contento di queste parole? Direi di sì.
Avendo speso una vita là dove si amministrano le leggi e un po’ anche dove si scrivono, posso garantire che non è vero che gli italiani non amino le regole. Le amano ed esigono che siano rispettate. Dal condominio in su. Con un sottinteso: che rispettarle tocca agli altri. Per sé, ciascuno si arrangia, per diritto di natura, e si stupisce se qualcuno glielo contesta.
Anche l’editto meloniano sulle banane sarà accolto con entusiasmo con questa tacita riserva. Riuscirà la volitiva Meloni a cambiare questo stato di cose? Qui è lecito sentirsi perplessi. Già nella campagna elettorale, e poi nei suoi primi annunci, lo schieramento che ora è al governo ha promesso condoni e sanatorie ad ampio raggio. La cosiddetta pace fiscale, cioè un maxicondono. La rottamazione delle cartelle non pagate.
L’agevolazione del pagamento di forti somme in contanti e in nero, che chiaramente giova a chi pratica traffici illegali, oltre che agli evasori (vedi sopra) e a chi impiega manodopera non messa in regola. La riammissione in servizio dei sanitari no-vax e l’abbuono delle ammende per i no-vax comuni. La liberalizzazione delle armi per uso privato (cavallo di battaglia del Salvini). L’abolizione della legge Severino (incandidabilità di politici condannati per reati come la corruzione e la frode fiscale).
E si può scommettere che si parlerà di nuove sanatorie per gli abusi edilizi, essendo questa una delle forme di illegalità più diffuse e più facilmente assolte dal sentire comune. Non sono tutti questi comportamenti l’evasione fiscale, l’economia in nero, la noncuranza per i piani regolatori edilizi – i connotati classici di quella che si chiama una “Repubblica delle banane”? La promessa di Giorgia Meloni di mettere fine alla disapplicazione di massa della legge (proposito in sé sacrosanto) si riferisce dunque a tutto questo?
Ben venga la severità, purché vada davvero a fondo, anche a dispetto di temi che finora sono stati usati per compiacere l’elettorato di destra.