E dalla piazza, Isaia entrò nel tempio

Riflessione di Avvento con il biblista Gianfranco Ravasi, sulle orme del profeta

Giovedì 24 novembre mons. Gianfranco Ravasi, nella cornice suggestiva del duomo di Orvieto, ha tenuto una conferenza dal titolo ‘Se tu squarciassi il cielo e scendessi’, illustrando alcuni dei passi più significativi del libro di Isaia. Quest’incontro, aperto a tutti i fedeli della diocesi, è stato voluto dal vescovo, mons. Giovanni Scanavino, come momento di riflessione in preparazione all’Avvento. Tantissime le persone che hanno assistito alla conferenza, provenienti da tutta la diocesi, giovani ed adulti e anche molti seminaristi del Seminario regionale umbro.Quanto la lettura della Bibbia possa diventare stella polare nel cammino della vita di ogni cristiano, è ormai una delle priorità dell’azione pastorale nella diocesi di Orvieto-Todi, insieme al valore incommensurabile dell’Eucarestia. La conferenza, tenuta da uno dei biblisti più importanti all’interno della Chiesa cattolica, è stata un’occasione in più per alimentarsi alla sorgente della Parola, la cui profondità è inesauribile. Mons. Ravasi, grazie ad un’accurata conoscenza delle Sacre Scritture, unita a doti umane non comuni, è riuscito a prendere per mano i numerosi ascoltatori che riempivano il duomo, regalando loro immagini suggestive e concetti teologici elevati. Prendendo come filo conduttore la metafora della cattedrale, il relatore ha provato a ripercorrere le vicende del grande profeta, vissuto nell’VIII sec. a.C. Partendo dalla piazza della città, centro della vita attiva di tutti i cittadini, Isaia con la sua parola profetica riesce a denunciare le ingiustizie sociali del suo tempo, l’indifferenza religiosa, l’immoralità, la corruzione della politica e del diritto. Il profeta, contro la mentalità dominante, invita invece a costruire la società sui valori comuni, seminando con generosità. Giungendo poi alla soglia del tempio, si varca la porta che mette in relazione lo spazio profano dell’esistenza e delle opere con lo spazio sacro della fede e del culto. Di qui la necessità che la preghiera fecondi la vita, evitando il rischio di riti chiusi in se stessi. Un ulteriore momento consiste nel percorrere la navata della cattedrale, corrispondente al tempo della speranza, che non può che essere una tensione verso l’alto, un’inquietudine positiva. Del resto la speranza è la sorella più piccola delle altre due virtù, ma è anche quella che può prenderle per mano e farle camminare. Infine si giunge a contemplare l’abside, dove al centro compare il volto di Cristo, l’unico autentico Messia, che con la sua morte e resurrezione è in grado di dare la risposta definitiva al grido di dolore di ogni tempo. Vista l’attenta partecipazione di tanta gente è stato espresso l’auspicio che mons. Ravasi possa ritornare ad Orvieto, per un ulteriore incontro nel prossimo futuro.

AUTORE: Federica Sabatini