Con l’ingresso del sole nella costellazione dell’Ariete, avvenuto alle 6 del mattino del 20 marzo scorso, anche astronomicamente è entrata la stagione primaverile che, come capita sempre negli anni bisestili, quando il calendario civile si rimette “in linea” con quello siderale, è anticipata dal 21 al 20 marzo. In realtà, la climatologia e la meteorologia anticipano l’ingresso della primavera al 1° marzo, e quest’anno la data è coincisa, a parte qualche giorno “agostano” di fine febbraio, con le prime giornate tiepide (primavera meteorologica) e l’inizio della fioritura (primavera biologica). Per il momento, quindi, il 2012 si presenta abbastanza regolare. Non così nel 2010 quando, tra il 9 e il 10 di marzo, una breve ma tremenda tempesta di neve paralizzò completamente la viabilità delle località appenniniche, e nemmeno il 9 aprile del 2002, quando le località di fondovalle dell’Umbria orientale si risvegliarono sotto 30 cm di neve e 8 gradi sotto lo zero. Saranno bizze, è vero, del tempo, ma non ci si deve stupire troppo, da queste parti! Quest’anno, la situazione è per il momento diversa; probabilmente a causa della “Niña”, un anomalo raffreddamento delle acque del Pacifico orientale, che altera la circolazione atmosferica a livello globale, l’Europa occidentale è da almeno 9 mesi sotto l’egemonia assoluta degli anticicloni subtropicali, il più celebre dei quali è quello delle Azzorre.
Il risultato è stato l’assenza quasi totale di perturbazioni provenienti dall’Atlantico e, quindi, una perdurante siccità: è dalla scorsa estate che le piogge sono assai scarse, sono mancate del tutto lo scorso autunno e, quest’inverno, se si fa eccezione per l’abbondante innevamento dell’Umbria appenninica e di quella occidentale, non è piovuto praticamente mai. Una situazione che non riguarda solo gran parte dell’Italia ma anche l’Europa occidentale. Purtroppo, sotto questo fronte, le notizie che ci giungono da meteorologi e climatologi non sono incoraggianti: il mese di marzo continuerà così, con un bel tempo tutt’altro che primaverile. Ricordiamo infatti che la primavera, nei climi sub-continentali dell’Italia settentrionale e centrale, è la stagione più piovosa dopo l’autunno, e che il mese di aprile in Umbria è, a seconda delle zone, il secondo o il terzo mese più piovoso dell’anno.
Per la fine di marzo e l’inizio del mese di aprile, “primaverile” per eccellenza, ci si attende una svolta. Anche qui, però, i meteorologi sono tutt’altro che concordi. Una metà, unitamente ai modelli previsionali di marca Usa, propende per il perdurare del dominio dell’alta pressione (della serie: preparate il… cammello). L’altra metà, quella che “parteggia” per il modello europeo, individua una forte possibilità di una recrudescenza invernale e, finalmente, un periodo fresco e piovoso a seguire (della serie: preparate l’ombrello). Chi avrà ragione? È difficile dirlo. A gennaio il modello europeo intuì la “puzza” di gelo con ben tre settimane di anticipo. Come andrà stavolta? Non si sa. E non è l’unica cosa incerta del futuro climatologico. I fisici dell’atmosfera, infatti, stanno sempre più prendendo posizioni diametralmente opposte.
Mentre i fans del global warming avvertono che il mare potrebbe alzarsi di 70 metri entro pochi secoli (ricerca uscita proprio il 20 marzo), molti altri, scettici, prevedono – unitamente ad un drastico calo dell’attività solare – un’imminente era glaciale (dal 2014) o, comunque, periodi più freddi del normale e la fine del riscaldamento globale che – va detto – è comunque in fase di stallo da almeno un decennio. L’unica cosa certa è che, quest’anno, il “marzo pazzerello” non lo vedremo proprio…