Le poche emozioni della trentanovesima giornata, per le squadre umbre di serie B, erano legate al ritorno di uno ”scomodo” ex, per quanto riguarda il Perugia, e alla ricerca dei punti tranquillità, nella corsa alla salvezza, per la Ternana. Al Curi era atteso, infatti, il Bari di Andrea Camplone, il tecnico delle precedenti 3 stagioni biancorosse, concluse con 2 play off e una promozione in serie B. A mettere pepe sulla sfida, inutile ai fini della classifica per il Perugia, le cui speranze di agguantare l’ottavo posto erano ridotte al lumicino per non dire azzerate dopo gli ultimi risultati negativi, ci ha pensato il continuo confronto tra il rendimento del Perugia di quest’anno e di quello passato, che ha aleggiato come un fantasma nel corso della stagione, soprattutto nelle parole dei tifosi, ma spesso anche in quelle di Pierpaolo Bisoli, che ha fatto molte volte riferimento alla differenza punti rispetto a 12 mesi prima. C’era stato, poi, qualche commento ad inizio stagione, dello stesso Camplone, sull’impostazione tattica del collega a rendere i rapporti non idilliaci tra i 2.
Insomma, la sfida diventava un incrocio tra due tecnici piuttosto che tra due squadre e l’esito in campo lo ha poi dimostrato. La partita è, infatti, bloccata sin da subito, con le due squadre impegnate più a contenere che a cercare la vittoria. Entrambi i tecnici, infatti, non avevano intenzione di perdere il confronto diretto col collega e, alla fine, lo 0 a 0 finale ha evidentemente premiato questa scelta. Ad onore del vero il Perugia, soprattutto nella ripresa, prova a fare qualcosa di più, cercando, soprattutto con l’ingresso di Drolè e Parigini, di creare qualche insidia alla difesa pugliese, dimostrando, però, ancora una volta, la sterilità in zona gol, problematica vista e rivista nel corso della stagione.
Archiviato l’appuntamento con il Bari, rimangono tre sfide contro altrettante squadre che cercheranno punti per la salvezza. Il Perugia sarà, quindi, arbitro del campionato e dovrà farlo onorando ogni partita con il giusto impegno per rispetto degli avversari e dei propri tifosi. La Ternana, dopo il rovescio interno contro l’Ascoli e il precedente pareggio contro la Pro Vercelli, aveva, sul campo del quasi retrocesso Como, un altro match point per acquisire i punti necessari per distaccarsi completamente dalle zone calde della classifica e assistere da spettatori alla lotta per la permanenza in Serie B. I rossoverdi, persa la tranquillità a causa degli ultimi risultati, si presentavano a Como dopo una settimana scandita dal nervosismo per qualche battibecco in allenamento e con la preoccupazione per le condizioni fisiche precarie di Falletti, l’uomo migliore a disposizione di Breda.
L’Uruguaiano, alla fine, stringe i denti ma il suo rendimento in campo è limitato e si vede. La Ternana prende in mano il gioco, ma la frenesia e li precisione sotto porta non permettono di portare il risultato dalla propria parte. Anzi, è il Como a passare in vantaggio, costringendo i rossoverdi a dover addirittura recuperare. Trovato subito il pareggio, la ripresa è un monologo umbro ma il gol non arriva e ci deve pensare addirittura Mazzoni ad evitare una nuova capitolazione su Ganz. Nel recupero, quando ormai il risultato sembrava ancorato sul pareggio, arriva la testata del neo entrato Avenatti, che esce dall’anonimato del suo campionato e trova il gol risolutivo. La salvezza, con grande sofferenza, è quindi virtualmente acquisita per il terzo anno consecutivo, ma, in via Aleardi, si dovrà riflettere su una stagione costruita male e trascinata in sofferenza fino in fondo. C’è tempo, da ora, per programmare con chiarezza il futuro, mentre scorreranno le tre prossime partite diventate, ormai, solo una passerella.