In Umbria la droga arriva a chili, e Perugia è diventata da anni una delle capitali italiane del traffico internazionale degli stupefacenti. Basta dare un’occhiata ai risultati ottenuti negli ultimi mesi dalle forze di polizia locali le quali, va sottolineato, stanno svolgendo un eccellente lavoro di contrasto, anche se non si tratta evidentemente soltanto di un problema di ordine pubblico. La scorsa settimana la Guardia di finanza di Perugia ha illustrato i risultati della operazione “New Freedom”: nei due anni di indagine il Gico ha arrestato 41 persone, in gran parte albanesi, sequestrando 27 kg di cocaina e 48 di marijuana. La cocaina arrivava in Belgio dal Sudamerica per poi essere trasportata a Perugia; la marijuana giungeva dall’Albania. L’organizzazione disponeva di una flotta di 600 (seicento!) auto, tra le quali una Porsche Cayenne 4.500 per il trasporto della droga che poi dal capoluogo umbro veniva distribuita anche in Abruzzo, Marche, Emilia Romagna e Lombardia. Già nel luglio scorso con un’altra indagine la Finanza aveva arrestato altri quattro corrieri (uno spagnolo, un portoghese e due marocchini) diretti a Perugia con 215 chilogrammi di hashish. Sempre a luglio la squadra mobile del capoluogo umbro aveva arrestato 18 persone (12 tunisini e 6 albanesi) e qualche giorno dopo aveva stroncato un traffico di droga tra Nigeria ed Italia arrestando altre 25 persone e sequestrando 15 kg di stupefacenti tra cocaina ed eroina. Intensa anche l’attività dei carabinieri del comando provinciale di Perugia, che nel febbraio scorso avevano sgominato un traffico internazionale con l’esecuzione di 85 ordini di custodia cautelare in carcere ed il sequestro di 25 kg di droga. A luglio quelli di Assisi hanno invece smantellato un’altra organizzazione (16 gli arresti) che in contatto con la camorra faceva arrivare la droga da Napoli in Umbria con un’ambulanza. Nei giorni scorsi i carabinieri di Gubbio hanno scoperto un altro traffico di cocaina che arrivava da Napoli arrestando nove persone, tra le quali tre albanesi. Senza dimenticare la provincia di Terni, dove alla fine di settembre i carabinieri hanno sequestrato a Narni una valigia con 4 kg e mezzo di cocaina e marijuana nascosta sotto il letto di due clandestini albanesi. Nell’ultima relazione annuale, in Parlamento, del Dipartimento delle politiche antidroga si evidenzia che in Umbria il tasso medio di mortalità per stupefacenti (in relazione quindi al numero degli abitanti) è tre volte superiore a quello nazionale, anche se si è passati dai 35 morti del 2007 ai 18 del 2009. Quest’anno però alla fine di settembre i morti erano già 10 solo a Perugia, dove le vittime spesso sono di fuori regione: extracomunitari ma anche giovani tossicodipendenti che arrivano da Marche, Lazio e, soprattutto, Toscana, a conferma che il capoluogo umbro è considerato un “ipermercato” della droga per tutta l’Italia centrale, con un’“offerta” ricca e varia: eroina, hashish, marijuana, cocaina e le sempre più diffuse e pericolose droghe sintetiche che talvolta non compaiono nelle tabelle delle sostanze vietate. Tra queste sostanze l’eroina (77 per cento) è la prima causa di morte, seguita dalla cocaina, la cui diffusione è in costante aumento. Nel gennaio scorso il consigliere provinciale del Pdl Luigi Andreani affermava in una mozione che in Umbria sono 3.000 i consumatori di cocaina in cura presso i Sert e che sono 19.000 gli “assuntori fissi e occasionali in modo trasversale, di ogni categoria sociale e di ogni età”.
Droga serial killer
In Umbria fa il triplo di vittime, in percentuale, che nel resto d’Italia
AUTORE:
Enzo Ferrini