Droga, prostituzione, schiamazzi notturni: cosa può fare il sindaco?

Renato Locchi risponde alle domande che si pongono i cittadini

Droga, prostituzione, schiamazzi notturni sono tra i fatti che più portano disagio ai cittadini di Perugia, che siano abitanti del centro storico, della periferia o delle frazioni. Così abbiamo chiesto al primo cittadino Renato Locchi di rispondere alle domande della gente: cosa fa il Comune per risolvere il problema della presenza di drogati nelle piazze del centro storico e delle frazioni; cosa fa per migliorare la vivibilità della città vecchia, in particolare per difenderla dagli schiamazzi notturni; cosa fa per eliminare dalle nostre strade il penoso spettacolo delle prostitute ed il turpe mercato di cui sono vittime? Problemi che esistono, sottolinea il Sindaco, ma Perugia “rispetto a molte città sta decisamente meglio” se si guardano i dati presentati ogni anno dal Procuratore generale della Repubblica alla inaugurazione dell’Anno giudiziario. “La preoccupazione – aggiunge il Sindaco – è data dall’organizzarsi e ramificarsi di due reati: la droga e la prostituzione”.

Prostituzione. “E’ un fatto assai grave – dice il Sindaco – Perugia è diventata la città di riferimento di ‘clienti’ che vengono anche del sud della Toscana e dell’Alto Lazio.Ci operano gruppi legati ad organizzazioni internazionali per lo sfruttamento delle prostitute”. Don Oreste Benzi chiede che i Comuni attuino forme di contrasto al mercato della prostituzione. “Sono forme di intervento totalmente inutili. Il Comune ha recintato con il guardrail ettari di parcheggio, a Pian di Massiano, lasciando solo quattro accessi che la sera vengono chiusi. L’abbiamo fatto perché l’ha chiesto don Benzi, spendendo 150 milioni di vecchie lire e determinando l’arrabbiatura dei Perugini quando c’è il mercato o quando ci sono le partite, perché per entrare nel parcheggio si forma una fila che arriva oltre Centova. Risultato? Il fenomeno si è spostato dietro il Palasport”.

Allora cosa può fare? “La misura efficace l’aveva presa il questore Cavaliere quando sequestrava le auto dei clienti. Questo sì che stronca la prostituzione! Si dovrebbe aggredire il cliente. In quelle due settimane c’era il gelo, non si muoveva più nessuno!”. Qui però dovrebbe cambiare la legge. “Il Tribunale del riesame ha dato torto a quella linea di condotta, ma quella è la misura più efficace. Se riusciamo a ‘liberare’ venti ragazze o a rimpatriarle, il cittadino non se ne accorge perché subito ne arrivano il doppio. E’ come ‘tirar su l’acqua col canestro’, come si dice a Perugia. Se non si interviene sulle organizzazioni criminali che riducono in schiavitù le donne, e qui don Benzi ha ragione, non se ne esce. Pensare di risolverlo con il codice della strada è utopia, non possiamo controllare o chiudere tutte le strade del Comune. Le prostitute si spostano subito, ma le strade più nascoste sono anche più pericolose. Non è un caso che tre prostitute uccise sono state trovate lungo la strada che dal Pantano va a Pierantonio”.

Droga. Oltre alla questione dello spaccio, di cui si occupano le Forze dell’ordine, c’è il problema dei consumatori, quelli che si vedono per strada chiedere soldi o ‘fatti’ tanto da non reggersi in piedi. Qui possono intervenire i servizi sociali, che sono di competenza del Comune? “Tra Comune e Usl spendiamo tanti soldi per interventi che dicono che sono efficaci”. Molte persone vorrebbero non vedere per strada drogati, ubriachi e vagabondi con i cani al seguito. “Uno vestito in modo bizzarro con il cane al guinzaglio, accovacciato sul muro o sulle scalette, non commette reato. Non posso arrestarlo. Al massimo posso fare una multa se il cane non è al guinzaglio, ma chi la pagherebbe? Credo che nessuno meglio della Chiesa potrebbe insegnare ad essere attrezzati, anche culturalmente, a convivere con fenomeni di questo tipo.

Tra questi vagabondi c’è gente che non vuole niente, neanche dalla Caritas, non vogliono entrare in contatto con le istituzioni”. E per i drogati non si può fare di più? “Vi sono casi che devono essere trattati. Non sono delinquenti. Se uno che barcolla perché è ‘fatto’ o è violento perché in crisi di astinenza, ci mandi un Vigile urbano a trattare? Ma che ne sa! Certo credo che la società, il Comune, i Servizi della Usl diano una risposta inadeguata perché questi otto o dieci ragazzi che ogni giorno incrocio in centro per me sono ammalati gravi cui dobbiamo prestare delle cure. Sono nostri, figli dei nostri concittadini (e qui il sindaco chiama alcuni per nome, citando fratelli e genitori n.d.r.) pochi sono quelli che vengono da fuori”. Non si può ricorrere al Trattamento sanitario obbligatorio? “Qualche volta si fa, ma è una decisione delicatissima, su cui vigila il Giudice. Io ho chiesto al Sert della Usl ‘cosa si può fare di più? Ma la situazione non si è spostata di un millimetro. Non credo che la risposta possa essere il carcere e non so cosa si potrebbe fare contro la loro volontà. Capita anche che il 118 è ripartito vuoto perché quello che stava male non voleva andare in ospedale, e gli infermieri non possono costringerlo”.

Sicurezza. Il Sindaco può solo collaborare? “Il Sindaco fa già molto. Anzitutto l’ordine pubblico nelle città deve essere tenuto dalle forze competenti, che sono Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, con le quali collaborano gli stessi Vigili urbani. Dirò di più: a Perugia dò atto di un lavoro intenso svolto dalle Forze dell’ordine nella prevenzione e nella repressione. Questo comporta un lavoro di attenzione su diversi punti della città, del centro storico ma anche di Ponte San Giovanni, un quartiere facilmente raggiungibile, e da cui si può facilmente partire perché a fianco della grande viabilità nazionale”. Quali misure avete preso per il controllo della città? “Abbiamo speso più di cinquecento milioni per installare sei telecamere che controllano sei punti nevralgici della città. Abbiamo anche assunto diciannove vigili, l’unico concorso che abbiamo fatto, e potenziato il servizio notturno della Polizia municipale. Due pattuglie, sono sempre in servizio di notte”. Comunque di notte c’è chi non dorme per schiamazzi e per i locali. “Siamo in presenza, però, di una cultura giovanile per cui si comincia a vivere la città dopo le 23. Tra i giovani, che vengono anche dagli altri centri dell’Umbria, sono tornati di moda i centri storici. Quanto durerà non lo so. Certo è che una città deserta di notte è più facilmente preda di bande organizzate. Il nostro slogan è ‘una città vissuta anche di notte, non blindata ma regolata’. E regolata significa anche far chiudere i locali quando violano le norme”.

Dalla periferia non giungono lamentele? “Molto meno. So, per esempio, che a San Sisto il disturbo viene da un bar perché ci va una banda di ragazzi che poi si diverte a suonare i campanelli. Il problema vero di notte è concentrato attorno a piazza IV Novembre. Non a caso sono i locali più controllati, tant’è che hanno avuto una chiusura di quaranta giorni, il massimo della pena che il Comune può infliggere. Tanti altri locali sono governabili, coinvolgendo anche la responsabilità del gestore, perché spesso la qualità del gestore fa la qualità del locale”. Fuori dai locali il gestore è responsabile di ciò che accade…”Come no! Noi cerchiamo di affermarlo e il Giudice ultimamente sta dando ragione a questa tesi. Tra i gestori dei locali ho fama di avere una vocazione leggermente repressiva”.

AUTORE: Maria Rita Valli