Aumenta il rischio tossicodipendenza tra i minorenni; in certi casi, poco più che bambini. Così come quello della ludopatia, che magari comincia con l’acquisto di un tagliando “gratta e vinci” regalato in buona fede dai nonni.
Sono le forme più insidiose della “dipendenza”, una vera e propria malattia che toglie alle persone la gioia di vivere, e che sempre di più incide su altri aspetti della vita quotidiana, come l’uso di internet e dei social media, il fumo, il sesso, l’abuso di alcol e perfino del cibo.
Un concorso per la prevenzione
Problemi che sono stati affrontati mercoledì della scorsa settimana a Perugia a un convegno promosso dalla Fondazione Cassa di risparmio per presentare il bando di concorso “Usa la bussola”. Si rivolge alle scuole secondarie di primo grado, per sostenere economicamente progetti per la prevenzione e il contrasto di queste nuove dipendenze, che si sviluppano in età sempre più bassa.
A fare uso di droga sono per lo più giovanissimi
C’è almeno un terzo tra i nostri ragazzi che, anche solo occasionalmente, hanno fatto uso di cannabis e altre sostanze pericolose, facili da acquistare anche su internet. Tra le circa 200 persone segnalate nell’ultimo anno alla prefettura di Perugia dalle forze di polizia come “assuntori di stupefacenti”, il 12 per cento hanno tra 15 e 17 anni. Sono invece quasi la metà quelli che hanno tra 18 e 20 anni.
Nel suo intervento il prefetto Claudio Sgaraglia ha evidenziato anche il costo sociale e l’aumento della percezione di insicurezza da parte di cittadini dovuto ai reati per procurarsi le sostanze: scippi, furti, spaccio di droga per pagare altra droga per uso personale. Una sorta di “catena di sant’Antonio”, al vertice della quale ci sono pericolose organizzazioni criminali. Con tentacoli che arrivano anche sui banchi di scuola, come dimostrato in varie operazioni negli istitituti scolastici umbri dove, talvolta chiamati dai presidi, sono arrivati i cani antidroga delle forze di polizia.
Il gioco d’azzardo
C’è poi un’ altra “dipendenza” altrettanto grave che è ancora più facile nascondere ai familiari. In Umbria – ha detto il segretario generale della Fondazione, Fabrizio Stazi – il 41,4 per cento degli studenti tra i 15 e i 19 anni gioca d’azzardo. Di questi giovanissimi giocatori, più di 1.000 (il 7 per cento) sono da ritenere “con comportamento problematico” mentre un altro 10 per cento, pari a circa 1.500, sono “a rischio comportamento problematico”.
Una situazione preoccupante confermata anche dal procuratore generale della Repubblica, Fausto Cardella. Per la dipendenza da sostanze stupefacenti o di altro tipo – ha detto – “siamo in piena guerra. E se pensiamo di contrastare tali fenomeni solo con la repressione, abbiamo perso in partenza la nostra battaglia”.
Una rete per la prevenzione
È dunque fondamentale fare rete e mettere in campo misure di prevenzione che coinvolgano scuola e genitori, i quali devono “allearsi e spalleggiarsi per accompagnare i ragazzi e spingerli a farsi delle domande, in particolar modo nelle fasce di età più vulnerabili e a rischio dipendenza come quella dell’adolescenza”.
Anche Pietro Paolo Fausto D’Egidio, presidente nazionale Federserd (Federazione italiana degli operatori dei dipartimenti e dei servizi delle dipendenze), ha sottolineato come il monitoraggio da parte dei genitori e l’adozione di buone prassi a scuola siano fondamentali per valutare i sintomi di una dipendenza, e predisporre adeguati programmi di prevenzione. Un ruolo fondamentale nella costruzione di questa rete di prevenzione spetta alla scuola.
“Affrontare il tema delle dipendenze – ha detto Rossana Neglia dell’Ufficio scolastico regionale – richiede personale formato, in grado di sviluppare la consapevolezza dei ragazzi. Siamo convinti che l’iniziativa della Fondazione sia un segnale molto importante in questa direzione”.
Enzo Ferrini