L’immagine scelta per la canonizzazione dei due Papi, Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, li fissa entrambi con uno sguardo buono e sereno, mentre reggono la croce di Cristo, il famoso pastorale che fu per primo di Paolo VI. Sono ritratti insieme due Pontefici molto diversi per storia, provenienza ecclesiale, indole e carattere, che verranno fatti santi da Papa Francesco in una giornata che si preannuncia storica per la Chiesa cattolica.
Alla cerimonia in San Pietro domenica 27 aprile si attendono, infatti, centinaia di migliaia di persone: dall’Italia, da Bergamo in particolare, diocesi natia di Roncalli, ma poi naturalmente dalla Polonia dove Wojtyla è giustamente venerato per il suo ruolo non solo ecclesiale ma anche storico (la “caduta del Muro” e l’uscita dalla dittatura comunista).
Nella conferenza stampa di presentazione delle iniziative per la cerimonia, il 31 marzo, il vicario del Papa per Roma, card. Agostino Vallini, ha parlato di “grande attenzione e gioia in tutto il mondo” per questi due “Vescovi di Roma” che diventano santi insieme. Di Giovanni XXIII ha ricordato la forza interiore serena e la “particolare ispirazione divina” che lo ha spinto a indire il Concilio Vaticano II, che purtroppo non ha fatto a tempo a vedere concluso. Di Giovanni Paolo II ha richiamato il “coraggio indomito” e il grande servizio alla Chiesa di Roma, della quale ha visitato quasi tutte le parrocchie.
A Roma e a Bergamo
Le due città e diocesi più coinvolte in questa canonizzazione, Roma e Bergamo, hanno presentato le proprie iniziative.
Per la Capitale sono stati annunciati un incontro di preparazione per i giovani martedì 22 aprile nella basilica di San Giovanni in Laterano e una “notte bianca di preghiera” sabato 26 (dalle ore 21, previsti i confessori) in una decina di chiese del centro. Ne ha parlato, oltre al card. Vallini, anche mons. Walter Insero, incaricato per le comunicazioni del Vicariato.
La diocesi di Bergamo, come ha invece spiegato il segretario generale, mons. Giulio Dellavite, realizzerà alcune opere-segno di carità in memoria sia del “proprio Papa Giovanni XXIII” sia di Giovanni Paolo II, stanziando cifre considerevoli. Si tratta di una scuola edile ad Haiti (800 mila euro), il supporto alla parrocchia di Shengjin in Albania (600 mila euro) per una nuova chiesa e centro pastorale, una casa di accoglienza per poveri a Bergamo (600 mila euro e 300 mila all’anno per la gestione), il sostegno al fondo “Famiglia-lavoro” (600 mila euro), la nascita di un secondo fondo “Famiglia-casa” (3 milioni di euro in due anni), il tutto finanziato dalle donazioni e vendendo immobili di proprietà.
Infine verranno istituite borse di studio per giovani 18-35enni. Per dare il buon esempio, ai preti bergamaschi il vescovo, mons. Francesco Beschi, ha chiesto di devolvere una loro mensilità.