«Carissimi don Marco, don Simone e don Marco, io e voi abbiamo cominciato, nello stesso giorno, il 4 ottobre 2009, una bellissima avventura nella nostra vita. In quel giorno io facevo l’ingresso nell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve e voi entravate al Seminario Regionale di Assisi per iniziare il propedeutico. Ma devo dire che, soprattutto, abbiamo camminato assieme perché fin dagli inizi della mia presenza a Perugia vi ho conosciuto, mi sono interessato di voi ed ho seguito la vostra crescita, umana, spirituale e vocazionale. Di tutto questo ringraziamo il Signore».
Così il cardinale Gualtiero Bassetti, che il 29 giugno celebrerà il suo 50° anniversario di sacerdozio, ha esordito nell’omelia dell’ordinazione presbiterale di don Marco Briziarelli, don Simone Pascarosa e don Marco Pigoni, in una gremita cattedrale di San Lorenzo in Perugia, sabato pomeriggio 25 giugno. A concelebrare insieme al cardinale, l’arcivescovo emerito Giuseppe Chiaretti, il vescovo ausiliare Paolo Giulietti e numerosi sacerdoti. A presentare i candidati al sacerdozio è stato mons. Carlo Franzoni, rettore del Pontificio Seminario Regionale Umbro “Pio XI” dove attualmente studiano 19 seminaristi perugino-pievesi insieme a 23 provenienti dalle altre sette Diocesi dell’Umbria. Tutti loro si sono ritrovati in San Lorenzo per far festa ai tre compagni che hanno ricevuto, con l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria del loro pastore, l’ordinazione presbiterale entrando a far parte del Clero diocesano che attualmente conta 115 sacerdoti. Oltre ai familiari e agli amici dei tre neo presbiteri, sono giunti in cattedrale numerosi fedeli dalle comunità parrocchiali dove loro prestano servizio pastorale: un segno di amicizia, stima e vicinanza a coloro che si accingono a servire totalmente il popolo di Dio. E’ stato un pomeriggio di grande festa per l’intera comunità diocesana che si è arricchita di tre giovani sacerdoti cresciti nella fede in famiglia, in parrocchia, nei loro luoghi di studio, di lavoro e di vita.
Il cardinale Bassetti ai tre ordinandi: «Voi sarete i nuovi messaggeri, i nuovi apostoli…».
«Ciascuno di voi, certamente ha avuto la propria chiamata – ha proseguito il cardinale Bassetti nell’omelia – e vi ha corrisposto con i propri doni e la propria generosità e oggi si consegna nelle mani del vescovo. Egli, come il pane e il vino del sacrificio eucaristico, vi presenta, vi offre e vi consacra per tutta la vita al Signore. Certo, ascoltando la pagina del Vangelo di oggi, si dovrebbe dire che come propagandista e promotore delle sue idee Gesù è davvero particolare, un caso unico! Ad uno che gli dice: “Ti seguirò ovunque tu vada!”, risponde: “le volpi hanno le loro tane e gli uccelli i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo”. Ad un altro che gli dice: “Seguimi” – e questo gli risponde di lasciarlo andare prima a seppellire suo padre -, Gesù risponde: “Lascia che i morti seppelliscano i loro morti”. Ad un altro ancora, certamente generoso, che si era proposto: “Ti seguirò Signore, prima però lascia che mi congeda da quelli di casa”, il Maestro dà una risposta ancora più secca: “Nessuno che metta mano all’aratro e poi si volta indietro è adatto per il regno di Dio”. Tutto questo vale anche per noi. Gesù non illude, non è disposto a concedere sconti: Anzi, sembra quasi voglia scoraggiare quelli che desiderano seguirlo. Non riduce le sue pretese, non concede agevolazioni, non scende a patti e presenta il suo ideale all’insegna della croce e del difficile. Gesù, cari figli, è esigente, non vuole mezze misure. Non vuole troppe nostalgie e rimpianti. Diceva Paolo VI: “Non può diventare cristiano chi non sa preferire la perfezione difficile, alla mediocrità facile”. Se vi è una cosa che non si può perdonare ad un cristiano e soprattutto ad un prete, è proprio la mediocrità. Ricordatelo bene, carissimi ordinandi, che oggi soprattutto l’incisività e la forza di penetrazione del messaggio di Cristo, dipende in gran parte dalla credibilità dei messaggeri. Voi sarete i nuovi messaggeri, voi sarete i nuovi apostoli, e dal vostro stile di vita dipenderà in gran parte l’adesione a Cristo degli uomini e delle donne del nostro tempo».
«Cristo pontefice della nuova alleanza sceglie alcuni tra i fratelli…».
Il cardinale, rivolgendosi ai fedeli in San Lorenzo, ha detto: «L’ordinazione di Marco, Simone e Marco ci fa sperimentare come “Cristo pontefice della nuova alleanza, con affetto di predilezione, sceglie alcuni tra i fratelli, e con l’imposizione delle mani li fa partecipi del suo ministero di salvezza”: è un’esperienza che si ripete mediante il ministero del Vescovo e riempie di gioia non solo la nostra Archidiocesi ma tutta la Chiesa. Sono grato innanzitutto ai tre ordinandi che si consegnano liberamente per ricevere l’imposizione delle mani, come sono grato al Seminario che li ha formati, alle loro famiglie, alle comunità parrocchiali di origine e di destinazione durante gli anni della formazione, un grazie affettuoso ai molti sacerdoti e fedeli dell’Archidiocesi qui presenti e ai tanti ragazzi e giovani che rendono più bella, con la loro partecipazione, questa ordinazione al presbiterato».
«La misericordia è il cuore di Cristo!» E i sacerdoti, «per avere questo cuore», devono «essere liberi dalle passioni, soprattutto, da quella terribile del “possesso” … causa di molti fallimenti sacerdotali e della non credibilità di non pochi preti».
Poi rivolgendosi ai tre ordinandi, il cardinale ha detto loro: «Cari figli, la gratuità del vostro donare sarà il segno che voi avrete appieno compreso di essere dei gratificati: dare gratuitamente per essere credibili servi di misericordia. Gesù, vedendo le folle, ne sentì compassione perché erano stanche e sfinite come pecore senza pastore. La misericordia è il cuore di Cristo! E voi, per avere questo cuore, dovete essere liberi dalle passioni, soprattutto, da quella terribile passione del “possesso” che, facendo cadere nell’avarizia e nel rinchiudersi in se stessi, è causa di molti fallimenti sacerdotali e della non credibilità di non pochi preti. Liberi, distaccati da tutto, innamorati solo di Cristo e della gente, come ci ripete continuamente Papa Francesco, per poter essere servi di misericordia, con un cuore puro, che si sente “donato” agli altri e quindi sempre in atteggiamento di totale generosità. Servi liberi e gioiosi! Dal momento che è l’Amore che vi elegge e vi manda, voi, come i dodici apostoli, inviati ad annunciare il Regno di Dio, avrete un nome nuovo, un nome di predilezione e di grazia. Un nome inconfondibile ed unico che rimarrà sempre stampato, con il Carattere, per tutta l’eternità».
«Affidati, come presbiteri, non solo alla Chiesa diocesana, ma al mondo intero».
Avviandosi alla conclusione, il cardinale Bassetti, rivolgendosi sempre ai tre ordinandi, ha ricordato loro: «Da oggi sarete affidati, come presbiteri, non solo alla Chiesa diocesana, ma al mondo intero. La nostra Chiesa ripone in voi tanto affetto e una grande fiducia: siate testimoni di speranza per un mondo diviso e per ciò stesso mondo di solitudini, di angosce che, come un arido deserto, ha sete soltanto di Dio. Fratelli e sorelle, preghiamo perché questi tre nuovi presbiteri possano vivere ed operare, portando sempre speranza. Preghiamo anche perché dietro di loro una schiera di giovani venga nel futuro a vivere, nello stesso spirito, per prepararsi alla stessa missione. Affidiamo Marco, Simone e Marco alla Vergine Maria delle grazie, così venerata in questa nostra Cattedrale, perché, come madre premurosa, li custodisca sempre nell’amore di Dio e dei fratelli