Don Lorenzo Milani, la sua scuola un modello vivente

Il testo è stato scritto quale contributo alle celebrazioni promosse dal Comitato nazionale per il centenario della nascita del sacerdote

di Erica Cassetta *

La figura di don Lorenzo Milani, la sua vita e la sua azione di sacerdote e di maestro, hanno attraversato in modo carsico la nostra storia. I suoi scritti “pastorali” ed educativi non hanno mai smesso di interrogare non solo i docenti più avveduti, ma anche quelle istituzioni religiose e scolastiche che lo hanno apertamente avversato. Nel primo caso è di capitale importanza il finanziamento a Barbiana da parte di Papa Paolo VI, nei giorni dell’invito all’ “escardinazione” da parte del vescovo di Firenze, Florit.

2017, l’anno della riabilitazione per don Lorenzo Milani

Il 2017 è l’anno della riabilitazione piena di don Milani da parte delle autorità religiose con Papa Francesco che visita Barbiana, prega sulla tomba di don Milani e riconosce apertamente l’errore della curia fiorentina, nello stesso tempo il Ministero dell’Istruzione dà vita ad un Convegno nel quale riconosce la sua figura di grande educatore, ne parla come di un “ispiratore”, di un “grande illuminato educatore”.

Don Lorenzo Milani non è né comunista, né marxista

Don Milani non è comunista, né marxista, non auspica nessuna rivoluzione sociale o economica; stringe relazioni ed alleanze con tutti gli uomini e le donne di buona volontà che possano aiutarlo nella sua missione di accompagnare i poveri in un percorso reale di emancipazione e giustizia. Da grande educatore sa leggere il contesto nel quale è stato esiliato ed utilizza quegli strumenti didattici, quei metodi che gli possono permettere di raggiungere il suo fine. Oggi in una dimensione di individualismo dominante il suo insegnamento è certamente di grande attualità.

La scuola di don Lorenzo Milani era inclusiva

La scuola di don Milani è inclusiva, non discriminante, è contemporanea: si leggono i giornali e ci si interessa del mondo. E’ una scuola cooperativa: si studia intorno ad un unico tavolo ed i più grandi insegnano ai più piccoli; valorizza i talenti e le inclinazioni di ciascuno, è una scuola non meritocratica e che non boccia. La scuola di don Milani porta il mondo dentro la scuola e si apre al mondo.

La scuola di oggi

La scuola italiana di oggi non è sicuramente più quella degli anni ’60 e la sua trasformazione ha risentito del dibattito in sede EU e dell’accoglimento di esperienze e modelli della nostra tradizione e di quella internazionale. I temi ed azioni sviluppati sulle Competenze, Valutazione, Orientamento, Continuità…, i Progetti di singole scuole o di scuole in rete, i nuovi approcci didattici, le nuove metodologie, sono esempi di innovazione condivisibili, ma che non hanno trovato una sistemazione organica, strutturale.

Questa scuola sembra essere “una scuola senz’anima”! Se don Milani fosse vissuto ai nostri giorni, da questa scuola sarebbe partito ed il suo spirito critico si sarebbe esercitato su una scuola di massa, si sarebbe preso cura dei giovani di oggi, degli insegnanti e i genitori del presente. Per don Milani la lingua era l’elemento fondamentale per essere e diventare cittadini, in un paese in cui la maggioranza della popolazione era sostanzialmente analfabeta. Dopo il Covid 19 e nella crisi valoriale e sociale attuale quali sono gli analfabetismi attuali?

I nuovi strumenti di comunicazione

I nuovi strumenti di comunicazione cambiano e si affermano con una rapidità che li rende velocemente superati. Il linguaggio dei social è oggi la lingua che fa uguali?! I docenti devono saperli far usare criticamente, insegnando ai ragazzi a saper selezionare le informazioni, distinguendo quelle vere dalle false.

L’importanza della relazione umana ed educativa

Servono la stabilità del personale e la formazione obbligatoria da contratto durante tutto il percorso professionale. Gli studenti hanno anche bisogno di sentirsi “amati, accompagnati, guidati”. Il nucleo centrale è “la relazione” umana prima, educativa dopo. La scuola anaffettiva non ha prodotto risultati positivi in questi anni. L’affetto schietto ed autorevole (proprio di Don Milani) nel rapporto insegnante-docente è importante per consentire la disponibilità ad imparare. In un momento in cui la denatalità sta riducendo drasticamente le nostre classi, si dovrebbe intervenire sull’attuale legislazione. Classi di 15 alunni sono la dimensione ottimale per personalizzare la relazione docente-alunno e l’istaurarsi della dimensione affettiva.

* Segretaria regionale Cisl Scuola Umbria
Componente Comitato nazionale celebrazioni centenario della nascita di Don Milani (1923-2023)

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