C’erano anche i Guanelliani di Perugia domenica scorsa a Roma, in piazza San Pietro, per la canonizzazione del fondatore Luigi Guanella. “Eravamo circa 90 persone tra cui alcuni ragazzi disabili, operatori della casa e parrochiani” racconta don Mario Cogliati, superiore della comunità di Perugia. La festa si ripeterà a Perugia con la messa di ringraziamento per la canonizzazione di don Guanella, che l’arcivescovo mons. Gualtiero Bassetti celebrerà sabato 29 ottobre alle ore 11 al Centro Sereni.
Le parole del Papa
Domenica Benedetto XVI, con don Luigi Guanella, ha canonizzato anche il vescovo Guido Maria Conforti e la religiosa Bonifacia Rodríguez de Castro. C’era tantissima gente e tra la folla “c’erano rappresentanze delle nostre case da tutto il mondo” aggiunge don Mario. Il Papa ha parlato della “testimonianza umana e spirituale di san Luigi Guanella” che “è per tutta la Chiesa un particolare dono di grazia. Durante la sua esistenza terrena egli ha vissuto con coraggio e determinazione il Vangelo della carità”. Grazie alla “profonda e continua unione con Cristo, nella contemplazione del suo amore”, don Guanella, guidato dalla Provvidenza divina, “è diventato compagno e maestro, conforto e sollievo dei più poveri e dei più deboli. L’amore di Dio animava in lui il desiderio del bene per le persone che gli erano affidate, nella concretezza del vivere quotidiano”. Questo nuovo Santo della carità, ha aggiunto il Papa, sia per tutti “modello di profonda e feconda sintesi tra contemplazione e azione”.
L’arrivo in Umbria
Il carisma guanelliano è giunto in Umbria nel 1946. Oggi i Servi della Carità – ma tutti li conoscono come “i guanelliani” – nella casa di Montebello si prendono cura di 90 disabili adulti, dei quali 65 vivono lì e gli altri vi trascorrono la giornata nelle attività di laboratorio, tra cui anche ceramica e falegnameria. Fu Antonio Sereni a individuare nell’Opera Don Guanella il destinatario di alcune delle numerose istituzioni benefiche che i Sereni avevano avviato negli anni. Dopo la prima guerra mondiale si era recato a Roma dove poté ammirare la casa San Giuseppe dell’Opera Don Guanella; questo gli suggerì di favorire qualcosa di simile in Umbria. Cosi avviò un’attività caritativa nel castello di Sant’Elena iniziando ad accogliere i figli menomati dei contadini che lavoravano le sue proprietà, come in precedenza avevano già fatto i suoi genitori altrove con ricoveri e asili. Nel ’46 i sacerdoti arrivarono come gestori dell’opera avviata dal Sereni. In seguito, a causa di difficoltà logistiche, l’Opera decise di trasferire l’istituzione verso Perugia (inizi anni ’50). Nella zona di Montebello, allora in aperta campagna, si trovò una sistemazione corrispondente ad alcuni principi essenziali: ampia area verde, vicinanza dei servizi ospedalieri facilmente raggiungibili. Il 21 giugno 1956 veniva posta la prima pietra del nuovo istituto “Sereni”. A Sant’Elena restarono quelli non più scolarizzabili.
Gli sviluppi
Per rendere il servizio efficace, si pose il problema di una scelta di categorie: l’orientamento fu per l’handicap psichico. I fisici vennero trasferiti nell’Opera di Roma e in altre strutture idonee (1960-62). In quel periodo a chiedre di usufruire del servizio erano soggetti culturalmente poveri, con gravi problemi socio-economici dell’ambiente di provenienza, in età scolare (6-15 anni). Con l’abolizione delle “scuole speciali” e l’inserimento dei disabili nelle scuole normali si ebbe una riduzione drastica delle richieste di ammissione. Da 140, gli ospiti divennero 20-40 con handicap molto gravi, così gravi da non poter essere inseriti in classi normali. Questi eventi e la presenza di soggetti gravissimi portarono ad un cambiamento del tipo di attività svolte nell’istituzione. La scuola interna rimase ma non era più l’attività portante, dando la prevalenza ad attività manuali. Fu quindi introdotto un personale più specializzato, composto da maestre specializzate, istruttori di laboratori (compensato, cartone), logopedisti, fisioterapisti.
IL FONDATORE E LE OPERE
Così forte era la “mania” di carità di don Guanella, che di lui dicevano: “O è un santo o è un matto”. Paolo VI lo ha proclamato beato il 25 ottobre 1964. Il fondatore delle Figlie di Santa Maria della Provvidenza e del corrispondente ramo maschile, i Servi della Carità (Opera Don Guanella), è stato già in vita il santo degli emarginati, giovani, ammalati, anziani, cerebrolesi, sofferenti in genere. Don Guanella nasce a Fraciscio (So) il 19 dicembre 1842. Ordinato sacerdote nel 1866, per nove anni aveva svolto le funzioni di parroco di campagna, quindi si era trasferito a Torino, a fianco di don Bosco, di cui fu per tre anni stretto collaboratore. Poi intraprese la sua strada. Fonda la prima casa per disabili e anziani a Como. Istituisce due congregazioni religiose: Figlie di Santa Maria della Provvidenza e Servi della Carità. Grande amico di papa Pio X, a Roma fonda varie case per i suoi poveri e costruisce la basilica di San Giuseppe al Trionfale. Dopo un viaggio faticoso in America per fondare delle opere in favore degli emigrati italiani e dopo aver soccorso i terremotati della Marsica in Abruzzo, muore a Como il 24 ottobre 1915. Oggi gli eredi spirituali di don Guanella continuano l’opera del fondatore in 192 case di assistenza e di accoglienza gestite complessivamente dal ramo maschile o femminile e distribuite in Italia e all’estero.