Probhu tomader shohae takhun! (Il Signore sia con voi!): con queste parole Papa Francesco ha iniziato la celebrazione dell’eucaristia a Dhaka il 30 novembre.
Prima di arrivare in Bangladesh, si è recato nel Paese confinante, il Myanmar (ex Birmania), dal 26 al 30 novembre. Evento storico per il fatto stesso che si tratta del primo viaggio del Pontefice nella ex Birmania. Mentre in Bangladesh Francesco sarà il terzo Papa a fare visita, dopo i viaggi di Giovanni Paolo II nel 1986 e di Paolo VI nel 1970, quando la capitale Dhaka era ancora nel territorio del Pakistan. In Myanmar i cristiani cattolici sono 700 mila in rapporto ai 50 milioni di abitanti. Il 90% degli abitanti sono di religione buddista. In Bangladesh ci sono circa 400 mila cattolici e 300 mila protestanti su 160 milioni di abitanti. Il 90% della popolazione è appartenente all’islam (religione di Stato). Gli hindu sono circa 10 milioni e i fedeli buddisti 700 mila. Si tratta, quindi, di rendere visibile l’attenzione della Chiesa alle “periferie”, considerando anche la povertà di entrambe le popolazioni (il Bangladesh è uscito soltanto nel 2015 dall’elenco dei Paesi sottosviluppati), e alle minoranze (in Myanmar è attualissima la questione Rohingya, minoranza musulmana perseguitata da decenni e fuggita in massa dallo Stato di Rakhine, verso il Bangladesh: sono oltre 600 mila i profughi rohingya nel sud del Bangladesh). Che cosa trova Papa Francesco in Bangladesh? Un Paese piccolo, nato nel 1971, e un territorio verde, grande quanto metà Italia. Il Bangladesh è uno dei Paesi più densamente popolati al mondo. La sovrappopolazione rientra tra le tematiche aperte del Paese, ma la povertà generalizzata è il vero problema della popolazione. Grande attenzione richiedono lo sfruttamento del lavoro, la corruzione, il terrorismo, la presenza di gruppi etnici (ben 43) e la diversità di culture, le minoranze religiose e l’esigenza di dialogo interreligioso.
La Chiesa cattolica è piccola, povera, giovane, disseminata in tutto il territorio, grazie soprattutto alla presenza missionaria (il Pime opera in Bangladesh dal 1855). Oggi, una Chiesa gioiosa, colorata e attenta saluta l’arrivo di Papa Francesco! Sshagotom! Benvenuto!