La ’ndrangheta è leader in Europa per lo spaccio di cocaina, con un fatturato annuo di 44 miliardi di euro. I suoi riti, le sue “strategie di mercato”, le sue contraddizioni e le sue ipocrisie sono oggi raccontate, con dovizia di particolari e testimonianze, da Nicola Gratteri, procuratore aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria, e Antonio Nicaso, scrittore e docente di Storia delle organizzazioni criminali al Middlebury College (Vermont, Stati Uniti), nel libro Dire e non dire. I due autori hanno presentato la loro opera giovedì scorso nel teatro del Collegio unico dell’Onaosi di Perugia alla presenza, reale e virtuale, di un nutrito pubblico di giovani. L’evento, infatti, era trasmesso in diretta, tramite Youtube, negli altri collegi Onaosi presenti in tutta Italia. “Siamo riusciti – ha spiegato Nicaso – a mettere insieme una banca dati straordinaria, fatta di sentenze di tribunali, verbali di interrogatori, intercettazioni, documentari, ecc., così da poter raccontare la ’ndrangheta dall’interno: organizzazione mafiosa dalle antichissime origini, che ha saputo coniugare nel tempo riti secolari e spinte della globalizzazione”. La ’ndrangheta è, infatti, presente e ramificata in tutta la Penisola (e il Continente) – hanno sottolineato gli autori – e si nutre dei rapporti strettissimi con il mondo politico e imprenditoriale. “Le mafie vanno là dove c’è ricchezza e potere – ha spiegato Nicaso -. Ma se, per decenni, è stata la ’ndrangheta a rivolgersi alla politica per avere favori in cambio di voti, oggi sono i politici che si rivolgono ad essa per reclamare elettori”. Il procuratore Gratteri si è poi rivolto principalmente ai giovani, mettendoli in guardia dalle false attrattive del denaro e della considerazione sociale con cui, ancora oggi, la ’ndrangheta attira i giovani. “Il vero potere e denaro – ha detto Gratteri – resta solo ai capi, tutti gli altri sono solo degli esecutori materiali, capri espiatori da mandare in carcere se qualcosa va storto”. I giovani, dal canto loro, hanno chiesto agli autori cosa poter fare per cambiare le cose, partendo da esempi pratici della vita quotidiana. Così un gruppo di studenti di Messina ha chiesto consigli su come comportarsi con i bulli, i delinquenti in erba che si incontrano a scuola. Mentre da Bologna e Perugia gli universitari hanno domandato: “C’è speranza di cambiare le cose?” e “La morte può essere un ‘incidente del mestiere’ per chi combatte le mafie?”. “Sì, lo è – ha risposto realisticamente Gratteri -, ma ogni cosa nella vita ha un prezzo, e non ha senso vivere da vigliacchi. Purtroppo ritengo che, finché rimarrà questo sistema giudiziario, ingolfato da costi eccessivi, tempi lunghissimi e da una soffocante burocrazia, e questo sistema scolastico, con classi di 30 persone, non ce la faremo. Solo cambiando i ‘codici’ potremo vincere questa guerra. In ogni caso, io continuerò a combattere la mia battaglia. Prima di tutto, ciascuno deve fare il proprio dovere”.
Domande sulla ’ndrangheta
Presentato all’Onaosi di Perugia il libro di Nicola Gratteri e Antonio Nicaso “Dire e non dire”
AUTORE:
Laura Lana