Nel commercio e nel turismo – come altrove le aziende hanno difficoltà a trovare personale con i profili professionali desiderati. In Umbria ormai il 25% della popolazione ha più di 65 anni (un dato superiore alla media nazionale) e quindi anche nel terziario c’è bisogno di forze giovani, più preparate per un mondo del lavoro rivoluzionato dalle nuove tecnologie.
Eppure con un tasso di disoccupazione giovanile di oltre il 30% – per quasi un terzo di posti disponibili in alberghi, ristoranti e in attività commerciali e dei servizi ci sono difficoltà a trovare persone con le competenze richieste.
Di come cambia il mercato del lavoro e della necessità di una formazione qualificata, che deve cominciare nelle scuole per poi diventare permanente anche in azienda, si è discusso la scorsa settimana a Perugia, in occasione della presentazione del rapporto dell’Osservatorio sul mercato del lavoro nel terziario e nel turismo. Uno studio elaborato dall’Ente bilaterale del terziario e dall’Ente bilaterale del turismo, costituiti e gestiti da Confcommercio Umbria e dai sindacati di categoria per migliorare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro.
La metà delle assunzioni fatte in Umbria nel 2017 hanno riguardato turismo e commercio. “Assistiamo – ha detto Margherita Roiatti, della Fondazione Adapt di Bergamo a una terziarizzazione dell’economia, conun’ibridazione dei vari settori, senza più le barriere rigide di un tempo”.
Oggi tante aziende non si limitano a produrre, ma gestiscono anche tutta la filiera fino alla vendita. Con “un crescente disallineamento tra domanda e offerta di lavoro”. “Il posto fisso, lo stesso lavoro per sempre – ha detto Livia Patrignani, dell’ufficio Studi Confcommercio – non sono più compatibili in un mondo dove un adolescente dovrà svolgere un tipo di lavoro che oggi ancora non c’è e che non sappiamo come sarà (continua a leggere sull’edizione digitale de La Voce, basta registrarsi)”.
Enzo Ferrini