Anche durante le esequie di mons. Goretti – tumulato come già scritto nella cattedrale di S. Rufino presso la cappellina della Madonna del Pianto – il vescovo Sorrentino ha fatto esplicito riferimento all’evento del Sinodo.
Anno della Fede per la Chiesa, Anno dei Vangeli per la diocesi: lei ha parlato di piena integrazione…
“Naturalmente, perché la fede è risposta alla Parola di Dio e in particolare risposta alla Parola fatta carne, Gesù di Nazaret, di cui ci parlano i Vangeli. Accostare questi ultimi significa trovarci di fronte alla domanda-chiave posta da Gesù agli apostoli: ‘Voi chi dite che io sia?’. E ci confronteremo dunque con la risposta di Pietro: ‘Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente’. Anno della Fede è Anno dei Vangeli! Più integrazione di così?”.
Cosa rappresenta in termini pratici il Sinodo?
“Ho più volte spiegato il senso ‘interiore’ del Sinodo: prima di essere un fatto organizzativo è un evento spirituale. Aiuta a ‘camminare insieme’ come la parola sinodo etimologicamente dice. Sul piano pratico, c’è una fase consultiva, in cui tutte le comunità diocesane saranno coinvolte su temi scelti tra quanto è emerso dalla visita pastorale. Verrà dopo la celebrazione propriamente detta: un’‘assemblea sinodale’ composta da membri delle diverse categorie del popolo di Dio, scelti secondo un regolamento appositamente definito. Si discuterà di problemi sui quali dovranno essere assunti degli orientamenti. Spetterà poi a me, come vescovo, quanto attiene alle decisioni, con i ‘decreti sinodali’”.
Alla visita pastorale, che le ha concesso di conoscere la diocesi palmo a palmo, succede l’organizzazione del Sinodo: in quali termini?
“Una commissione coordinata dal segretario padre Francesco De Lazzari è incaricata di studiare il materiale emerso dalla visita pastorale individuando alcune linee emergenti, interrogativi e temi. La commissione preparerà pertanto dei questionari per la consultazione di base e un ‘documento di lavoro’ per gli approfondimenti”.
Quale impegno richiede a livello diocesano l’evento del Sinodo?
“In questo primo anno, per tutti non c’è che l’impegno della preghiera. Può sembrare poco, ma è decisivo. L’anno successivo saranno in gioco tutti i consigli pastorali delle parrocchie ed anche i consigli delle Unità pastorali e dei vicariati. L’impegno di riflessione sui temi sinodali indurrà ad ‘esaminarsi’ sul cammino di ogni realtà. L’ultimo anno entreranno in gioco i ‘sinodali’. È ancora presto per determinare in quante sedute e modalità”.
Quali emozioni e sentimenti le ha suscitato la commemorazione della Giornata di preghiera indetta lo scorso anno da Benedetto XVI?
“Eventi di questo tipo ti segnano per sempre. Abbiamo ricordato e meditato. Ma soprattutto ci siamo interrogati: ed ora? Che cosa ci tocca fare nella città di S. Francesco per coltivare lo ‘spirito di Assisi’? Una domanda che ci stimolerà ancora a trovare una strada di impegno nella collaborazione tra diocesi, mondo francescano e la stessa città”.