Era immaginabile un innesto dell’Assemblea diocesana (4-5 settembre) nel percorso sinodale. Anzi, di tale percorso può considerarsi valido punto di riferimento. Così ha dichiarato inizialmente il vescovo Sorrentino: “In questo anno, a partire dalle riflessioni che saranno presentate in quest’Assemblea, cercheremo di riscoprire il vero volto della Chiesa. Lo Spirito santo ci guiderà nel lavoro della celebrazione del Sinodo”.
Già nell’omelia per l’anno pastorale 2013-2014 il Vescovo aveva esposto un suo auspicio: vivere il Sinodo con stile partecipativo a tutti i livelli, aprendosi all’ascolto anche di quanti non frequentano attivamente la comunità cristiana. Un percorso fondato sulla preghiera, sulla riflessione e sul dialogo.
Nella sua complessa relazione il card. Walter Kasper si è soffermato sul tema della famiglia inserita nel disegno della creazione, cellula di vita della società. Lo stesso ha sottolineato: “L’istituzione della famiglia, pure in forme diverse, si ritrova in tutte le culture dell’umanità… Una promozione legittima della donna può essere parte della promozione della famiglia… L’idea dell’unità dell’umanità come l’idea dell’uguaglianza di tutti gli uomini senza discriminazione di razza, sesso, cultura, nazione e religione, sono idee bibliche… Il merito del Concilio Vaticano II è di aver riscoperto queste radici e offerto così una base comune per il dialogo con il mondo odierno”.
L’ultimo paragrafo della relazione sviluppa il concetto di famiglia intesa come Chiesa domestica dove si prega, si medita la Bibbia, ci si accetta reciprocamente, si condividono gioie e dolori. Chiese domestiche chiamate a trasmettere la fede nel rispettivo ambiente, senza diventare comunità “elitarie ed esclusive”.
Vari interventi sono stati raccolti dal vicario diocesano mons. Maurizio Saba e proposti al card. Kasper: matrimonio civile e matrimonio sacramentale, la capacità di misericordia della Chiesa, la preparazione dei confessori…
Vivace la tavola rotonda di venerdì che ha coinvolto don Antonio Borgo, padre Francesco De Lazzari, padre Giovanni Raia, padre Vittorio Viola: la bellezza della liturgia, il rosario, l’impostazione dell’omelia, la Parola come fondamento, la dialettica in seno ai Consigli pastorali, le nuove povertà, l’accoglienza, le risorse per rendere concreta la solidarietà, la funzione evangelizzatrice della famiglia, l’impegno dei sinodali aperto a ogni altro contributo. Un dibattito condotto e moderato da Marina Rosati, che ha presentato la nuova veste grafica del sito web diocesano.
Il neo-vescovo Nazzareno Marconi ha svolto un approfondito intervento correlando il Sinodo al messaggio dell’Apocalisse. Il libro dell’Apocalisse offre paradigmi di comprensione della storia e aiuta ad interpretare la vita personale e comunitaria. È questo uno dei passaggi della relazione in sintesi riportata. Comprendere la Storia significa comprendere che Gesù Cristo non va interpretato come un Saggio dell’antichità, ma piuttosto come una Presenza dentro la storia che cammina con i suoi passi, seguendo dunque una “logica”.
Come si chiama oggi la “Bestia”, espressione di un linguaggio simbolico? Prevale in noi cristiani il servizio o il potere prepotente che si oppone al cammino del Vangelo? Il Sinodo deve stimolare il cristiano a liberarsi da qualsiasi “idolo”.
La Chiesa è chiamata ad apprendere l’arte del discernimento attraverso la Parola. Il Sinodo deve poggiare sulla disponibilità al pentimento e alla conversione, se vuole avere un significato. Discernimento unito alla contemplazione.
L’Assemblea dopo i vespri si è conclusa presso il Centro di prima accoglienza della Caritas, con la presentazione di un video e la consegna di riconoscimenti ai collaboratori in occasione del 20° anniversario della sua fondazione, voluta dal vescovo Goretti.
Gioco di squadra
Nel corso dell’Assemblea mons. Sorrentino ha ribadito l’esigenza di camminare insieme evitando “chiacchiere”, fare gioco di squadra per il campionato di Dio, lasciarsi guidare dallo Spirito, procedere con l’aiuto della “carovana” dei santi diocesani per affrontare e superare la crisi del pensiero e dei valori, la crisi della famiglia e delle relazioni, la crisi della solidarietà. Lo stesso card. Kasper ha parlato di Chiesa come casa senza porte chiuse, aperta a tutti, per gli amici e per gli stranieri, per i viaggiatori, per quelli senza dimora, per quelli soli, per gli abbandonati; la Chiesa non può dare l’impressione di essere un castello con il ponte levatoio tirato su e le porte serrate… Una Chiesa attraente, ospitale, accogliente.